No trips for cats

Boh...volevo scrivere un post...ma niente di che, giusto perchè non ci si perda di vista...ma non so, in realtà non mi interessa parlare di niente in particolare, e poi c'è un altro fatto che credo capiti più o meno a chiunque scrive una qualsiasi cosa sapendo che diventerà pubblica, e questo al di là dell'eventuale pubblico. Provo a spiegarmi: succede che tu che stai scrivendo, anche se non vorresti farlo, focalizzi la tua attenzione su tizio o caio che sai che leggeranno quanto hai scritto, ripeto non vorresti farlo ma la cosa succede pressochè in automatico, e focalizzando la tua attenzione su una persona piuttosto che su un altra finisci con l'essere condizionato dal pensiero di come questa persona potrebbe recepire o interpretare lo scritto. E' un po il discorso del " lettore ideale ", ma un lettore ideale non esiste e chiunque scriva qualcosa non dovrebbe mai mettersi il problema di chi legge, sarebbe utile pensare di scrivere solo per se stessi, liberi dal vincolo dell'interpretazione altrui.
A volte mi cadono le braccia...spesso mi cadono le braccia anzi...non c'è tanto da avere fiducia nel genere umano...parli per ore con una persona presumendo che questa persona capisca quello che dici secondo il significato che tu gli dai, succede a tutti, poi questa persona dice una frase, una sola e unica frase, sufficiente però a farti capire che non ha afferrato mezza parola di quanto hai detto, anzi ne ha stravolto completamente il senso...cosa fai inizi a odiare questa persona in virtù delle sue abissali carenze? O in modo molto democratico consideri che molto probabilmente sei tu a non essere stato sufficientemente chiaro? Il mondo è pieno di gente che pur parlando la stessa lingua non arriva a capirsi, alla stessa parola vengono attribuiti significati diversi a seconda di chi la utilizza...dove cazzo vogliamo andare partendo da questi presupposti?
Per non parlare dei piani di comprensione...io a questa cosa dei piani di comprensione do un importanza enorme perchè sono fermamente convinto che ce l'abbia. I dialoghi tra le persone si svolgono prevalentemente su piani di comprensione differenti, la differenza è data soprattutto dalla qualità culturale dei soggetti dialoganti, attenzione ho detto qualità e non quantità, non importa infatti se uno ha una cultura cosiddetta " enciclopedica ", non è un problema di accumulo nozioni che vi fa vispi e intelligenti, bensì la capacità di creare connessioni tra le vostre conoscenze al punto di poter rendere conto della propria opinione in qualsiasi momento, senza fare riferimento a concetti rimasticati da altri.
E' inutile, spesso non ci capiamo, questo è un dramma molto più grande di quanto si pensi. Ciò che per alcuni è ironia ad altri non dice niente, ciò che pensate sia un pensiero profondo per altri sarà una solenne boiata...persino quello che sto scrivendo ora per alcuni sarà chiaro e lineare e ad altri risulterà nella migliore delle ipotesi inutile. E inutile lo è, per carità, però ha un senso, eccome se ce l'ha.
Partendo da questi presupposti si sviluppa una forma sottile di intolleranza, che non è espressa nè con cattiveria e nè con presunzione però di fatto è presente: io con certe persone non posso parlare, se per parlare si intende comunicare a un certo livello di profondità, dal momento che " passami il sale " grazie a dio riesco ancora ancora a dirlo a tutti. Non posso parlare perchè non abbiamo fondamentalmente niente da dirci, un po perchè siamo cresciuti e ci siamo sviluppati sulla base di esperienze talmente diverse da rendere impossibile la ricerca di un terreno di comprensione comune, una sorta di vocabolario condiviso, e un po perchè la nostra sfera di interessi è talmente distante da precludere qualsiasi empatia comunicativa.
Non posso parlare con chi non ha mai letto un libro, non posso parlare con chi non si emoziona per la musica, non posso parlare con chi dice che la politica è tutta uguale, non posso parlare con un bigotto o con uno che non perde una puntata di Walker Texas Ranger....se fate due conti, andando per esclusione, si arriva gia a qualche milionata di persone...è un dramma, non c'è un cazzo da ridere...il bombardamento mediatico quotidiano ha raggiunto livelli di intensità tali per cui nessuno sa più un cazzo di niente, nessuno ha più certezze riguardo a niente...da poco un mio amico che è padre di un bimbo di sei anni, affrontando un discorso molto simile a questo, mi ha detto stizzito: " Si ma insomma io come cazzo lo devo educare mio figlio, che cazzo gli insegno? "
Questo è il punto, in questa domanda, fatta con rabbia e con una venatura di disperazione, sta tutto il senso di questo grande smarrimento...uff, lasciatemi stare và...fa caldo...