6/20/08

No trips for cats





Boh...volevo scrivere un post...ma niente di che, giusto perchè non ci si perda di vista...ma non so, in realtà non mi interessa parlare di niente in particolare, e poi c'è un altro fatto che credo capiti più o meno a chiunque scrive una qualsiasi cosa sapendo che diventerà pubblica, e questo al di là dell'eventuale pubblico. Provo a spiegarmi: succede che tu che stai scrivendo, anche se non vorresti farlo, focalizzi la tua attenzione su tizio o caio che sai che leggeranno quanto hai scritto, ripeto non vorresti farlo ma la cosa succede pressochè in automatico, e focalizzando la tua attenzione su una persona piuttosto che su un altra finisci con l'essere condizionato dal pensiero di come questa persona potrebbe recepire o interpretare lo scritto. E' un po il discorso del " lettore ideale ", ma un lettore ideale non esiste e chiunque scriva qualcosa non dovrebbe mai mettersi il problema di chi legge, sarebbe utile pensare di scrivere solo per se stessi, liberi dal vincolo dell'interpretazione altrui.

A volte mi cadono le braccia...spesso mi cadono le braccia anzi...non c'è tanto da avere fiducia nel genere umano...parli per ore con una persona presumendo che questa persona capisca quello che dici secondo il significato che tu gli dai, succede a tutti, poi questa persona dice una frase, una sola e unica frase, sufficiente però a farti capire che non ha afferrato mezza parola di quanto hai detto, anzi ne ha stravolto completamente il senso...cosa fai inizi a odiare questa persona in virtù delle sue abissali carenze? O in modo molto democratico consideri che molto probabilmente sei tu a non essere stato sufficientemente chiaro? Il mondo è pieno di gente che pur parlando la stessa lingua non arriva a capirsi, alla stessa parola vengono attribuiti significati diversi a seconda di chi la utilizza...dove cazzo vogliamo andare partendo da questi presupposti?

Per non parlare dei piani di comprensione...io a questa cosa dei piani di comprensione do un importanza enorme perchè sono fermamente convinto che ce l'abbia. I dialoghi tra le persone si svolgono prevalentemente su piani di comprensione differenti, la differenza è data soprattutto dalla qualità culturale dei soggetti dialoganti, attenzione ho detto qualità e non quantità, non importa infatti se uno ha una cultura cosiddetta " enciclopedica ", non è un problema di accumulo nozioni che vi fa vispi e intelligenti, bensì la capacità di creare connessioni tra le vostre conoscenze al punto di poter rendere conto della propria opinione in qualsiasi momento, senza fare riferimento a concetti rimasticati da altri.

E' inutile, spesso non ci capiamo, questo è un dramma molto più grande di quanto si pensi. Ciò che per alcuni è ironia ad altri non dice niente, ciò che pensate sia un pensiero profondo per altri sarà una solenne boiata...persino quello che sto scrivendo ora per alcuni sarà chiaro e lineare e ad altri risulterà nella migliore delle ipotesi inutile. E inutile lo è, per carità, però ha un senso, eccome se ce l'ha.

Partendo da questi presupposti si sviluppa una forma sottile di intolleranza, che non è espressa nè con cattiveria e nè con presunzione però di fatto è presente: io con certe persone non posso parlare, se per parlare si intende comunicare a un certo livello di profondità, dal momento che " passami il sale " grazie a dio riesco ancora ancora a dirlo a tutti. Non posso parlare perchè non abbiamo fondamentalmente niente da dirci, un po perchè siamo cresciuti e ci siamo sviluppati sulla base di esperienze talmente diverse da rendere impossibile la ricerca di un terreno di comprensione comune, una sorta di vocabolario condiviso, e un po perchè la nostra sfera di interessi è talmente distante da precludere qualsiasi empatia comunicativa.

Non posso parlare con chi non ha mai letto un libro, non posso parlare con chi non si emoziona per la musica, non posso parlare con chi dice che la politica è tutta uguale, non posso parlare con un bigotto o con uno che non perde una puntata di Walker Texas Ranger....se fate due conti, andando per esclusione, si arriva gia a qualche milionata di persone...è un dramma, non c'è un cazzo da ridere...il bombardamento mediatico quotidiano ha raggiunto livelli di intensità tali per cui nessuno sa più un cazzo di niente, nessuno ha più certezze riguardo a niente...da poco un mio amico che è padre di un bimbo di sei anni, affrontando un discorso molto simile a questo, mi ha detto stizzito: " Si ma insomma io come cazzo lo devo educare mio figlio, che cazzo gli insegno? "

Questo è il punto, in questa domanda, fatta con rabbia e con una venatura di disperazione, sta tutto il senso di questo grande smarrimento...uff, lasciatemi stare và...fa caldo...

48 Comments:

Anonymous Anonymous said...

..oggi è il giorno più lungo dell'anno e quindi la notte più corta...così per dire...

aZ

11:29 AM

 
Anonymous Anonymous said...

In tv dicevano che secondo uno studio scientifico oggi è anche il giorno più felice dell'anno...non so, ma io ho beccato un sacco di gente incazzata...per quanto mi riguarda al fantacalcio ho preso 3 voti belli tra cui un 6 inaspettato a Deco, sono al mare e ho corso per un'ora sulla spiaggia, quindi sono felice.

Tornando al post, l'ho letto annuendo dalla prima all'ultima parola.

Bello però sai che a volte penso che a persone come te non devo spiegare niente, la mia ironia è chiara, le sensazioni di fronte ad un determinato film o a una musica sono quasi identiche, ci emozioniamo per cose simili...servono poche parole, a volte niente...consoliamoci...

12:41 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Tra l'altro, per dire, giusto ieri ho detto a Paolo "no trips for cats"...e lui ha riso molto.

12:43 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Amò sei mia sorellina( che poi non dipende esclusivamente da questo )...se ci fosse bisogno di ulteriori spiegazioni anche tra di noi sarebbe grave.

aZ

12:49 PM

 
Blogger dariedda said...

massimo rispetto per chuck norris l'unico che lotta contro i mulini a vento e vince!!!!
naturalmente scherzo, io pure non posso vedere walker texas ranger, mi domando ancora perchè si ostinino a programmarlo. Sono molto d'accordo con te, amicco e pure qui fa un caldo bestiale.
Betta, tesoro, dove prendi i voti? perchè a me Deco risulta abbia preso un bel 7!
baci cari o cari baci

12:40 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Dari quando apri la pagina con la tua squadra klikki sul nome del giocatore e ti apre la sua scheda personale, sotto ci sono scritti i nomi.
Sono solo quelli i voti che contano, non quelli della gazzetta.

Tò, scusa per l'uso personale fancalcistico del tuo blog...

6:33 AM

 
Blogger seserla said...

mmm, eppure, se pur vero che non sempre è necessario spiegarsi, a volte è indispensabile, l'incomprensione è una bestia orribile e a volte divora rapporti per stronzate...poi boh..pensieri...va' ha ragione koda fa caldo..anto' fa caldo!!

7:54 AM

 
Blogger seserla said...

probabilmente quelli che vivono in sardegna saranno al mare in questo momento..come vi invidio..

8:40 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Ma che cazzo dai....

aZ

2:24 PM

 
Anonymous Anonymous said...

..dicevo per Italia Spagna eh...

aZ

2:25 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Chi ha meritato la vittoria? Chi? CHI??

Grandissimi.

3:11 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Ah ma tu tifavi Spagna quindi?

aZ

3:14 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Io in realtà tifavo Francia.
Più precisamente tifavo Henry.

E comunque tutti i giocatori italiani mi risultano prepotenti e antipatici meno due o tre.

3:17 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Si Thierry l'è un bel fiol in effetti..e poi est unu bravu pizzinnu...traballadore...

Ed è vero che nonostante l'appartenenza gli italiani non brillano per simpatia...

aZ

3:24 PM

 
Blogger pollockmusic said...

abbiamo fatto schifo. mi vergogno dei giocatori. vorrei ammazzare TONI, una sega.
d'altronde da uno che fa reti a grappoli contro il wolfsburg ed il kaiserslautern mica mi potevo attendere sei reti contro quei mostri di el nino e villa....cazzo.

12:57 AM

 
Blogger dariedda said...

effe come mai questa passione per la francia?
Riguardo la partita di ieri invece che ansiaaa. 120 minuti così e uno rischia l'infarto. Io avevo le palpitazioni a manetta.
Comunque dai tutto sommato era giusto così: cosa abbiamo fatto in quest'europeo? niente, diciamocelo. Poi che la squadra abbia cuore non lo metto neanche in dubbio, magari è il culo che ci manca.

1:23 AM

 
Blogger  said...

che tristezza

2:24 AM

 
Blogger janamala said...

vediamo il lato positivo:hanno inquadrato per due volte cannavaro.

2:43 AM

 
Blogger Betta said...

Abbiamo giocato di merda.

Cannavaro è incantevole.

Toni è una sega.

Cassano non ha fatto una beneamata minchia.

Il più simpatico è Gennerino che ha gli occhi buoni e non è vero che è cattivo.

Pirlo è triiiiiiiiiiiste.

Ora tifo mammaliturchi.

4:11 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Anche io mammaliturchi... soprattutto per una questione di equilibrio geopplitico, un anno la grecia, il successivo la turchia.

Comunque la finale di un Europeo Russia-Turchia è un po' assurda... l'anno prossimo anche Israele eh

9:30 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Beccatevi sto pippone...per chi arriva fino alla fine e manifesta apprezzamento c'è un premio...

- È l'utopia della pace che genera violenza -

Alain de Benoist

La violenza è attuale più che mai: tafferugli, auto in fiamme, crescita della delinquenza, minacce terroristiche, ma anche di guerra, e uso della forza di Stato.
Max Weber ha dimostrato che la violenza - lungi dall’essere «fenomeno arcaico», anacronistico retaggio di barbarie - è la preminente manifestazione dell’antagonismo fra libertà e necessità. Georg Simmel l’ha definita elemento strutturale del fatto sociale. Georges Sorel non esita ad opporla alla forza dell’ordine costituito. Julien Freund la definisce il mezzo d’eccezione del politico. Michel Maffesoli scrive che «la sua stessa pluralità è indice privilegiato del politeismo dei valori», infatti è un’«espressione parossistica del desiderio di comunione». René Girard, secondo cui ogni società nasce da una violenza fondatrice, vede in essa parte di «una sacralità degradata». La violenza è insieme dissidenza, parossismo e duplicità; sul piano sociale s’inscrive in un doppio movimento di distruzione e fondazione.

OVUNQUE E DA NESSUNA PARTE
Al limite, si può estendere il campo della violenza fino a vederne ovunque, anche nell’obbligo imposto dalle leggi, dalle istituzioni e dalle strutture sociali, perché lo Stato nasce da un rapporto di forze. Ma se è ovunque, la violenza non è più in nessun posto. In senso stretto, è oggettivabile solo la violenza fisica, frutto dell’illecito uso materiale della forza. Molte dottrine chiamano violenza solo la forza illegittima. Sotto la copertura d’una formale neutralità, lo Stato stesso s’è arrogato il monopolio della violenza, ma senza riuscirci mai, infatti la legalità che esso incarna non sempre è legittima. Dove comincia allora la legittimità del ricorso alla forza, se la legittimità non si confonde con la semplice legalità? Principio organizzatore della società, la violenza può anche essere un modo per restaurare la città. Oggi l’aumentata settorializzazione della violenza («violenza sociale», «violenza scolastica», «donne picchiate», ecc.) s’unisce all’infantolatria (colpisce che l’infanticidio abbia sostituito il parricidio come il peggiore dei crimini), all’ideologia vittimista (le vittime hanno rimpiazzato gli eroi come modelli, dunque per farsi ammirare occorre prima farsi compatire) nel suggerire un’ubiquità della violenza.

PIÙ DI IERI, MENO DI DOMANI
Città incluse, la violenza propriamente criminale è in realtà minore di una volta, almeno in Francia, ma la violenza dei giovani è certo aumentata. Essa s’accompagna a una spettacolarizzazione sempre più invadente. Il film Rambo 4 offre 236 morti in 93 minuti. Cyberdipendenza e videogiochi amplificano il fenomeno. La morte è banalizzata, ma son sempre meno quelli che hanno visto un vero cadavere. Il paradosso è che l’onnipresenza della violenza procede di pari passo con la non meno evidente accentuazione della sensibilità: fra la gente comune la soglia di tolleranza per la violenza reale continua a calare. Il vero problema della violenza comincia quando essa perde lo statuto di ultima ratio, per proliferare con virulenza e costituire un modo d’esistere. In parte è quanto accade ora.
La violenza è l’eccezione del politico, ma l’organizzazione del politico della società esige che la violenza sia regolata. Ma anche qui torna l’ambivalenza. La violenza va contenuta perché destruttura la vita sociale, ma è sempre la violenza che permette, a chi si compiace di combatterla, di giustificare la soppressione delle dissidenze e il presidio generalizzato della socialità. Quotidianamente oggi l’ansia di sicurezza può esser invocata per imbrigliare le libertà. La violenza fa paura, giustamente, ma anche questa paura può esser strumentalizzata. Essa permette all’autorità di legittimarsi come istanza di «protezione» e quindi agevola il controllo sociale.
ATTACCO PREVENTIVO
Metafora delle tensioni sociali, la città è al centro delle paure contemporanee. La politicizzazione delle paure urbane spinge i poteri pubblici ad alimentare deliberatamente le inquietudini - non a rafforzare le solidarietà sociali - e a punire dissidenti e individui presunti «pericolosi» come dei colpevoli. La sacralizzazione della legge serve allora solo a premunirsi da una contestazione violenta del disordine costituito. L’anarchica proliferazione di violenze di ogni genere fa poi dimenticare che, su altri piani, il conflitto tende a sparire. I grandi conflitti sociali del secolo scorso si sono per lo più placati, a cominciare dalla lotta di classe, dimenticata a vantaggio di un chimerico «scontro di civiltà». Dal compromesso fordista, i sindacati si sono adeguati all’idea di una società senza un preminente antagonismo, proprio come i partiti contestatori di sinistra si sono adeguati alla logica consensuale del mercato. Anche lo Stato s’orienta alla ricerca sistematica di «compromessi negoziati». Desindacalizzazione, cedimento del pensiero critico, «dialogo sociale» e negoziato degli interessi: in molti campi il consenso ha sostituito il conflitto. Pierre Rosanvallon non ha torto quando dice che, socialmente parlando, viviamo in un mondo senza una forte conflittualità strutturante.
GUERRA ALLA GUERRA
A livello internazionale, è ancora un’altra cosa. L’idea dominante è d’eliminare la guerra e sopprimere il conflitto. Ma la guerra contro la guerra prevale, è sempre più violenta di tutte le altre, né la cultura del rifiuto del nemico impedisce al nemico di apparire. Ben diverso dal desiderio di pace (l’obiettivo naturale della guerra è la pace), il pacifismo è intrinsecamente polemogeno. Fondamentalmente la guerra non ha cambiato natura, ma i mezzi ai quali ricorrono i belligeranti son sempre più massicciamente distruttivi. Chi crede di liberarci dalla violenza è imbattibile nel giustificarla e nello scatenarla!
La violenza è stata spesso messa al servizio dell’utopismo, ma anche la volontà di eliminare la violenza deriva dall’utopia. La società non potrà circoscrivere o canalizzare la violenza, pretendendo d’imporre la «pace universale» e sopprimere i fattori conflittuali. Il conflitto nasce da aggressività naturale, diversità umana e impossibilità di conciliare sempre progetti originati da valori divergenti. Non tutti i conflitti implicano violenza, però ne celano la possibilità. L’intolleranza a priori nei suoi riguardi rimanda meno al gusto per i rapporti civili e più alla paura del rischio, alla rassegnazione e all’inerzia. È fin troppo certo che rimozione del conflitto e rifiuto dell’idea stessa di lotta conducano alla violenza generalizzata: voler rimpiazzare a ogni costo il conflitto col consenso è votarsi a far scatenare la violenza estrema. Se oggi c’è troppa violenza, forse è perché difetta il conflitto creatore.

aZ

2:45 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Ci sono dei passaggi bellissimi...che poi bellissimi non è la parola giusta...non si avvale di una dialettica volutamente brillante..non è questo..ecco, è estremamente lucido...ma tanto eh...e poi, ma questo dal mio punto di vista, è totalmente condivisibile...

aZ

2:49 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Quando dice: " La morte è banalizzata, ma son sempre meno quelli che hanno visto un vero cadavere. Il paradosso è che l’onnipresenza della violenza procede di pari passo con la non meno evidente accentuazione della sensibilità: fra la gente comune la soglia di tolleranza per la violenza reale continua a calare "

dice una cosa importantissimissima...solo su queste poche righe si potrebbero scrivere migliaia di pagine per sviscerare la molteplicità di significati insita nel discorso che vuole fare...

..oppure: " L’intolleranza a priori nei suoi riguardi ( della violenza n.d.t ) rimanda meno al gusto per i rapporti civili e più alla paura del rischio, alla rassegnazione e all’inerzia. È fin troppo certo che rimozione del conflitto e rifiuto dell’idea stessa di lotta conducano alla violenza generalizzata: voler rimpiazzare a ogni costo il conflitto col consenso è votarsi a far scatenare la violenza estrema. Se oggi c’è troppa violenza, forse è perché difetta il conflitto creatore ".


E' vero...è semplicemente vero...

aZ

3:02 PM

 
Anonymous Anonymous said...

E questo tipo, Alain de Benoist è il fondatore della Novelle Droite ( Nuova Destra ) francese...giuro l'ho scoperto dopo cercando il nome su Wikipedia...vabbè ma perchè vi devo sempre mettere al corrente delle mie elucubrazioni...uff...scusate...

aZ

3:09 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Az io voglio il premio!
Son d'accordo con te sulla lucidità (anche da un punto di vista sintattico) di questo autore, che non conoscevo.
Però inizialmente cita un popò di autori nientemale... Girard è un grande ("La violenza e il sacro", "L'Antica Via degli Empi","Il capro espiatorio" sono dei testi basilari per comprendere la società attuale), Maffesoli (di cui sonosco solo "Sul nomadismo" )geniale!
E questo Monsieur De Benoist va a farmi il conservatore? Mah... tipo un Veneziani qualsiasi...

GGM

4:04 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Ggm

E neanche un conservatore qualsiasi, bensì il fondatore di un importante corrente della destra francese. Anche se poi andando in fondo nella lettura dei tratti principali del suo pensiero si scopre che definirlo semplicemente " di destra " è piuttosto riduttivo. Tra l'altro per quanto mi riguarda ci sono alcuni capisaldi del pensiero
" destroso " che fanno riferimento filosoficamente a Nietzsche o a Evola ( e qua si potrebbe aprire un capitolo a parte per provare a stabilire se in realtà non sia la destra storica ad essersene appropriata inopinatamente ) che trovo condivisibili...

( ..." aiò ma con questo caldo tu hai voglia di parlare di Nietzsche e Evola?? Sei una martellata sugli zebedei " mi dice la vocina che grida dal fondo della mia coscienza )

Comunque Gigimù il premio te lo consegnerò quando ci vediamo...lo immaginavo che l'avresti vinto tu...

aZ

6:30 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Quando mi darai il premio ti consegnerò un contropremio, così a oltranza, fin quando non saremo ghiacciati!

GGM

6:49 AM

 
Blogger Betta said...

Posso rimandare la lettura a ottobre?
Fa troppo caldo, ho il cervello in fumo, e credetemi, a Bologna è molto molto peggio che a Nuoro, siamo in allarme rosso.
Tò tu te lo dovresti ricordare cos'è capace di fare sta città...

1:09 PM

 
Anonymous Anonymous said...

..cavolo se me lo ricordo...credo che dopo Milano Bulagna sia il posto peggiore in cui stare in questo periodo...

aZ

1:23 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Io stetti in entrambe e a mio modesto ma indiscutibile parere Bologna l'è peggio. A Milano, incredibile a dirsi, c'è più aria.
Ah, signoramia di questi tempi non ci sono più le mezze stagioni, l'erba del vicino è sempre più verde, e i giovani non sanno divertirsi. Ok, ora smetto.

12:04 AM

 
Blogger dariedda said...

lasciate perdere...pure roma è calda che non se ne può. manco il celebre ponentino serale sta soffiando in questi giorni. Ho cambiato idea: voglio l'autunno e l'inverno. sono più attiva, questo caldo mi annienta il cervello...

1:00 AM

 
Blogger Betta said...

OOOOOOOOOOOooooooooooohhhhhhhhhhhhh

ma io lo dico sempre!!!!!!!!

vuoi mettere lo sprint di settembre ottobre?

Bah, io sono un'ameba.

Che poi non è nemmeno vero, sto lavorando come una pazza, magari potessi fare l'ameba!

5:18 AM

 
Blogger  said...

ma perchè perchè perchè non mi apre i commenti nel blog di Betta? a voi tutto regolare?

6:42 AM

 
Blogger  said...

OOOOOOOOOOOO ma dove siete andati a finire tutti?

8:15 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Saranno tutti al mare... e io qua con 50º all'ombra. Meno male che mi metto sempre al sole.

(pro cussu sa conca...)

10:51 AM

 
Anonymous Anonymous said...

..no macchè mare...è che fa veramente troppo caldo per bloghettare allegramente...come state? Effe..mi sei mancata, come va?

aZ

11:09 AM

 
Anonymous Anonymous said...

aZ,
direi che va bene ma faccio troppa fatica con questo caldo ad aprire la bocca...

Così, studiando, abbassando la serranda di giorno e sollevando la serranda di notte, cercando di risolvere altrui problemi bancari, risolvendoli, essendone contenta. Ah, dimenticavo, diventando una blogstar.

E tu?

11:36 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Io bene dai..non posso lamentarmi...che bello stai diventando una blogstar! Beh te lo meriti...lo penso davvero...

aZ

11:44 AM

 
Anonymous Anonymous said...

ahaha!!
Ora preparo un post che farà tremare la stampa internazionale... preparatevi, eh!

11:50 AM

 
Blogger  said...

effe: scusa l'ignoranza che vuol dire che stai diventando una blogstar?
Tò: ti ho sognatooooooooooooooooooo.
ma a voi non capitano quei giorni in cui non ti s'incula nessuno sembri trasparente,magari incontri persone che conosci e niente ?bè a me capita nei blog credo che sia il contrario della blogstar , la cesssstar.
probabilmente perchè scrivo cose poco interessanti bò ,o son sempre troppo deprescion e ho preso ai coglions non so ma lo dicevo anche a Ti ,scrivo e zero ,basta dico cose inutili e mi cospargo il capo di cenere.ciao
p.s.non mi capita in questo blog eh,giusto ogni tanto.

10:46 PM

 
Anonymous Anonymous said...

jo, niente è una fesseria... un giorno è impazzita la classifica dei blog italiani e il mio era primo.

3:59 AM

 
Blogger  said...

ma dai e allora COMPLIMENTI EFFEEEEEEE

7:08 AM

 
Blogger  said...

Tò tu non mi vuoi più beneeeeeeeee :(

6:56 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Giò io ti voglio strabenissimo lo zai...è solo che non sono particolarmente predisposto per la comunicazione via blog in questo periodo...potremmo parlare del nostro ministro Mara Carfagna che spiega al telefono a una sua amica come far godere Berlusconi attraverso la nobile arte della fellatio, ne parlano tutti...oppure delle nuove rivoluzionarie cyber droghe in formato musicale...della situazione della giustizia in Italia...della liberazione della Betancourt...di Moby Dick e del capitano Achab...non so...

aZ

8:43 AM

 
Blogger  said...

anch'io Tò ti vojo assai bene.
voto x la Betancourt.

9:58 AM

 
Blogger janamala said...

SABINA GUZZANTI SANTA SUBITO!!!

4:38 AM

 
Anonymous Anonymous said...

bè dove sei finito?
sei al mare, eh? bruttammmmerda! (detto sempre con affetto amiccs, e con un apunta d'iceberg di invidia!)

12:59 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Oè amics, macchè mare..ancora niente...no, in effetti mi sono disaffezionato un po al blog ultimamente, è una cosa che vedo più in prospettiva invernale...

Auguri per il trasloco, ci si becca quando tornate, baci.

aZ

1:28 PM

 

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