5/25/09






...il problema delle storie che si leggono nei romanzi e che si vedono anche sullo schermo è che sono merda. L' origine del problema è la totale mancanza di realismo. Il realismo. Vi siete mai soffermati a riflettere che ogni storia, per quanto assurda, ha una sua ragione di essere? Un suo ordine interno? Il mondo non funziona mica così. Il mondo non funziona per ragioni di essere e ordini interni. Se lo abbandonaste a se stesso, il mondo in cui vivete precipiterebbe nel casino più assoluto. E così sarebbe anche per il mondo in cui non vivete. Ogni cosa tende al disordine, è una legge di natura. Prendete voi stessi per esempio. Voi vivete. E' un fatto. Non si può negarlo. Nondimeno è un fatto insolito. Rispetto a quanto succede in migliaia di altre galassie e centinaia di migliaia di altri pianeti, nulla è statisticamente più improbabile e inverosimile del fatto che voi vivete. Diciamo le cose come stanno, voi non dovreste essere vivi. D'altro canto è molto probabile che voi non la vediate alla stessa maniera perchè voi siete proprio il tipo di persone capaci di pensare che hanno tutto il diritto di essere vive. Ciò vi rende sospetti, oltre che improbabili e inverosimili. C'è infatti qualcosa di più sospetto di una improbabilità che accampa diritti? Perchè mai vivete?, mi domando. Cosa ci state a fare, voi, in questo mondo, con la vostra voglia di vivere? Perchè vi dannate a turbare il caos generale? Cosa avete in mente? Qual'è il vostro piano? Ammetterete che a considerare la questione con un po di realismo, con un po di vero realismo cioè, di voi c'è poco da fidarsi. Volete essere liberi, aspirate alla felicità, cercate non sapete nemmeno voi cosa. Cose che non potete avere, cose che sapete benissimo di non poter mai avere. Ma non solo. Vi rifiutate pure. Nel senso che rifiutate voi stessi. Agite contro il vostro interesse. Vi fate prendere dall'ansia, date di matto, siete capaci di mandare tutto a puttane per un nonnulla. E siccome siete anche inguaribili teste di cazzo, ciechi come talpe e più ostinati dei muli, fate in modo di darvi una parvenza di regolata. Vi affidate a invenzioni che non stanno nè in cielo nè in terra. Roba astratta che non si è mai vista in natura. Leggi, stati di diritto, ordini costituiti. Codici di comportamento e codici morali. Sensi comuni e significati. L'economia di mercato.

A guardarvi da qui, somigliate tutti, chi più chi meno, a una ragazza che da qualche tempo se ne va in giro per le strade del paese lamentandosi che questo mondo è una gabbia di matti e che non può essere reale. Forse a qualcuno di voi sarà capitato di incontrarla. In genere indossa una maglietta con su strane geometrie a colori fluorescenti, una minigonna da peccato carnale e una piccola cavigliera alla caviglia destra. Ha sempre un aria scoglionata oppure svagata, a seconda dei casi. Ha capelli castani traslucidi come seta, occhi tra il serpente e il cerbiatto e un corpo che volteggia. Non passa inosservata. Il tipo che se la vedi, come niente t'innamori. Si chiama...si chiama...ovviamente non è in grado di dire come si chiami veramente nè cosa sia questa realtà dalla quale pretende di essere sbucata. Non se lo ricorda più. Ricorda solo di aver buttato al vento tutto ciò che è sempre stata. Come vedete ci sono tutti i presupposti per affermare che la sua indole è molto affine alla pazzia. Forse è una specie di aliena caduta dallo spazio, chissà. Pazza o aliena che sia, resta il fatto che voi le somigliate, e sapete perchè? Perchè ha gettato al vento se stessa per timore di sbiadire nella consuetudine di una vita normale, non voleva diventare una donna infelice con le vene che affiorano nelle gambe, i fianchi appesantiti e il rimpianto di non essere stata abbastanza folle quando era ancora giovane e poteva. Perchè voleva una vita elettrizzante, diversa. Perchè si vive una volta sola. Per la vostra voglia di vivere del cazzo. Voleva un altra vita e adesso si lamenta di aver perso quella che aveva. Voleva fuggire da casa e adesso piange perchè non sa più come tornarci. Il vostro ritratto sputato. Mai che vi vada bene qualcosa. Quand'è che vi metterete in testa che il Karma va preso per quello che è? Perchè imparare a camminare sull'acqua quando per andare dall'altra parte del lago potete prendere una comodissima barca? Voi credete di non essere come lei...credete di essere persone con la testa sulle spalle. Credete. Ma in realtà siete esattamente come lei. Voi non siete voi. Voi non dovreste nemmeno essere vivi, figurarsi se siete voi.

...eh si..e sempre su di lei, una lei qualunque, una lei che potresti essere tu, cazzo ne so...beh non certo la mia lei che am0 con tutto me stesso e che aleggia al di sopra anche in questo momento...ma una lei...era forse stata una di quelle ragazze che si innamorano di chi non le ama, di quei conoscitori dell'animo femminile che sanno degnarti di uno sguardo solo quando devono maltrattarti o darti della puttana? E lei, aveva mai spezzato il cuore a qualcuno? Detestava per caso che le toccassero le ascelle? Teneva un diario? Le piaceva fare strani giochetti o era invece un inguaribile romantica cui sfuggiva tutto di mano perchè passava la vita a sognare? E se era una sognatrice, cos'è che sognava? Di essere piccola come un batterio o di vivere una vita semplice tipo sesso, droga e rock & roll? E a proposito di tipi, lei che tipo era? Un aspirante depressa o il tipo solare? Qual'era stato il suo posto nel mondo? Credeva nel lavoro? Si sentiva realizzata? Aveva ambizioni o le bastava dormire dietro la scrivania di un ufficio? Era una mangiatrice di uomini freelance? Modella, cassiera o stronza a tempo pieno? Cos'è che più la intristiva? Gli zoo o gli animali da circo? Le distanze o le bollette del telefono? La chiusura mentale o i canarini in gabbia? Le cose che non capiva o quelle che capiva troppo? La gente o i parchimetri? Tutto o niente? E cosa faceva nel tempo libero? Quanto adorava gli inaspettati momenti di silenzio assoluto? Si era mai ficcata un vibratore nella figa? Quante volte aveva scopato? Con quanti aveva scopato? A chi l'aveva data la prima volta? A che età? E che età aveva adesso? E com'era sua madre? E com'era suo padre? L'aveva mai molestata? Cos'è che le faceva perdere la testa? Una bella voce? Le paroline dolci? L'odore del sudore? Un bacio sul collo al momento giusto? Le cicatrici? I posti strani? I naziskin? I giocatori di frisbee? E quanto la scombussolavano quei cinque giorni al mese in cui le toccava sanguinare? E quanto la scombussolava la vita nel suo complesso quando nei giorni senza niente di speciale l'immagine di sè che le capitava di incontrare riflessa in una vetrina la fissava con uno sguardo pieno di incognite?