12/6/07

N B K




Nei commenti del post precedente si è parlato del film " Assassini Nati " ( Oliver Stone 1994, sceneggiatura originaria scritta da Quentin Tarantino ), è senz'altro uno dei miei film preferiti in assoluto, insieme a un altra decina di pellicole che hanno dato un contributo fondamentale alla mia formazione cinematografica ( mi viene in mente " Qualcuno volò sul nido del cuculo " di Milos Forman, con una splendida interpretazione di Jack Nicholson, oppure tutto, TUTTO, il cinema di Stanley Kubrick, ma magari ne parliamo un altra volta ) e anche, in un certo senso, alla mia educazione sentimentale. All'epoca della sua uscita nelle sale questo film ha suscitato una marea di polemiche di vario tipo, riassumibili a grandi linee in due aggettivi: immorale e diseducativo. Premesso che non è compito del cinema quello di educare e nè, tanto meno, di essere esempio di moralità, e pur vero che alcuni giovani americani dopo averlo visto hanno pensato bene di uscire per le strade e sparacchiare qua e là, per rendere l'idea copincollo alcuni passi da Wikipedia:


" La diciottenne Sarah Edmondson e il suo ragazzo Benjamin Darras probabilmente videro il film prima di ordire una rapina che si trasformò in efferato omicidio. I parenti di una vittima hanno intentato una causa contro Stone.

Eric Harris e Dylan Klebold, responsabili del massacro della Columbine High School erano fan del film. Usavano l'acronimo "NBK" ('Natural Born Killers' - tradotto 'Assassini nati') per indicare la loro missione ("Dio, non posso aspettare che muoiano. Posso gustare il sangue adesso - NBK" e "Il mattino sacro dell'Aprile di NBK" erano slogan utilizzati dai due).

Il diciassettenne Nathan K. Martinez ha ucciso la sua matrigna e la sua sorellastra mentre dormivano, nella loro casa di Bluffdale in Utah, un sobborgo di Salt Lake City, nell'ottobre 1994. Si venne a sapere alcuni giorni dopo che l'assassino risiedeva in un motel a O'Neill, in Nebraska e aveva visto il film dozzine di volte. Si era rasato per somigliare di più al personaggio interpretato da Woody Harrelson. Suo padre e suo fratello maggiore erano usciti quella mattina per andare a caccia."


Naturalmente nessuno sano di mente potrebbe imputare a Oliver Stone la responsabilità di questi atti criminali, ma l'America è un paese strano, è lecito detenere in casa un arsenale di armi ma lo è un po meno fare un film che tratti determinati argomenti senza alcun tipo di censura. Va da se che anche la distribuzione del film ha risentito di numerosi divieti, in Italia ad esempio o lo vedete in dvd oppure potete sperare di beccarlo una volta ogni tre anni nei palinsesti notturni a orari impossibili.
C'è in particolare un pezzo del film che avevo apprezzato molto, ed è quello in cui Mickey Knox viene intervistato dal giornalista in carcere, un pezzo per molti versi dal sapore " nicciano ". Ho beccato la trascrizione in rete e ve la copincollo:

Giornalista: Mickey Knox la ringrazio infinitamente del tempo concessomi. Se lei è daccordo inizierei con il porle alcune domande.
Mickey: fai come cazzo ti pare Wayne
Giornalista: Mickey Knox quando ha iniziato ad avere nella sua testa pensieri omicidi?
Mickey: Dalla nascita, da quando sono stato partorito in un letamaio dimenticato da Dio.
Giornalista: che vuol dire con questo...
Mickey: Vuol dire che ho sempre vissuto nella violenza, cioè è nel sangue. Mio padre era così, suo padre così, è il destino. Il mio destino.
Giornalista: Nessuno nasce malvagio Mickey lo si diventa. A proposito di suo padre come è morto... Lei aveva solo sette anni, sono state fatte un sacco di illazioni.
Mickey: Non ho ucciso mio padre. BASTA CON QUESTE STRONZATE!!! (si agita e butta delle cose per aria)
Giornalista: okokok. Non è successo niente, non è successo niente. Va bene, Va bene?
Passiamo a qualcos altro ok?
Mickey: Si ti ringrazio.
Giornalista: Allora Mickey mi dica, come può guardare qualcuno, un qualsiasi padre di famiglia e decidere di ammazzarlo come un cane. Come fa a decidere di ammazzare un innocente?
Mickey: Un innocente? Chi, chi è innocente Wayne, tu lo sei?
Giornalista: Si che lo sono. Di omicidio lo sono certamente
Mickey: Che vuoi che sia un omicidio. Tutte le creature di Dio uccidono, in un modo o nell'altro. Guarda le grandi foreste li hai specie che uccidono altre specie, la nostra invece le uccide tutte allegramente, foreste comprese. Solo che noi la chiamiamo industria non omicidio.
Comunque conosco un sacco di gente che merita di morire. Hehehe.
Giornalista: Perchè? Perchè meritano di morire?
Mickey: Bhe penso che tutti hanno qualcosa nel passato. Un segreto, un orrendo peccato tenuto nascosto, un sacco di gente la fuori è morta e non lo sa e ha biasogno di aiuto per essere liberata.
E a questo punto arrivo io il messaggero del destino. Se un giorno un chicco di grano cade nel terreno e muore, non è poi così grave, ma forse morendo lui porterà con se molti frutti.
Giornalista: e cos'è questa mi scusi la teoria per cui ognuno di noi è un assassino potenziale? Intende questo?
Mickey: Un lupo non sa perchè è un lupo, un alce non sa perchè è un alce, Dio li ha fatti così e basta.
Giornalista: Insomma sta dicendo che il mondo si regge solo sulla violenza, che quando un branco di lupi assale un alce per l'alce è giunta l'ora di morire. E quindi che tutti quei fessi di sinistra che cercano di salvare la natura e salvare delle specie animali non fanno altro che spezzare un equilibrio naturale.
Forse hai ragione, io non sono daccordo, ma forse hai ragione, predatori capitalisti, predatori dell'ambiente, quelli per il nucleare, la vita è una caccia me ne sono accorto.
Quando quegli stronzi attaccarono Grenada io c'ero e guarda che so bene quello che è successo a Grenada (il giornalista parla con rabbia vera).
(un sospiro quasi a voler tornare in se)
Ora dimmi Mickey hai qualche rimpianto? Volgio dire tre settimane 50 persone uccise! Non è una bella cosa.
Mikey: 52. E comunque non perdo tempo con i rimpianti, è uno spreco di energia.
Giornalista: Ma non puoi non averne Mickey. Dai spremiti le meningi.
Mickey: Beh, vorrei non aver ucciso quell'indiano.
Giornalista: Una delle tue ultime vittime.
Mickey: Quell'uomo aveva un serpente accovacciato in un angolo.
Giornalista: Un serpente a sonagli?
Mickey: Si! Poteva accarezzarlo, prenderlo... e l'aveva visto.
Giornalista: Visto cosa?
Mickey: Il Demonio. Aveva visto il Demonio.
Giornalista: Il Demonio? Quale Demonio?
Mickey: Tutti quanti hanno il Demonio dentro, ok? Il Demonio vive dentro di noi, si nutre del nostro odio, ferisce, uccide, violenta, sfrutta le nostre debolezze le nostre paure. Solo ciò che è malvagio sopravvive. Tutti noi sappiamo lo schifo che siamo da quando cominciamo a respirare e così dopo un pò si diventa cattivi.
E Comunque dopo l'indiano avremmo smesso di uccidere, lui l'aveva fatto uscire.
Giornalista: Come è successo?
Mickey: Beh, io non avevo capito all'inizio, sai quell'uomo tentava di aiutarci. Mi ha fatto sognare, ho rivissuto il sogno che avevo quando ero piccolo, almeno penso.
Io che corro, corro con gli animali nell'oscurità. C'è il gran coniglio, pieno di sangue, con il cappuccio da Babbo Natale.
C'è un pò diiii follia, un pò ovunque, non so, non mi resta che correre. Sono io il gran coniglio e divoro tutti gli animali della foresta.
La morte! Solo la morte ha significato quando la vita perde la speranza.
Sai che significa realizzarsi Wayne? Cioè quando sai che tutto ciò è solo un'illusione....hmmm...
Il gran coniglio dice che il momento in cui ti realizzi, l'attimo della realizzazione, vale più di mille preghiere.
Giornalista: (ridendo) Tu sei pazzo amico.
Mickey: Non credo di essere più pazzo di te sai, io sono per gli estremi: Buio, Luce. Sai di che parlo.
E io sono la luce, con Mallory. Tutti quanti noi abbiamo un ombra e non puoi liberartene. Giusto Wayne?
Beh...l'unica cosa che può uccidere un Demone? L'amore.
Ecco perchè so che Mallory è la mia salvezza. Lei mi stava insegnando ad amare. Era come stare nel Paradiso Terrestre...


Ah ecco, ho beccato il pezzo su You Tube, è in lingua originale ma rende bene lo stesso, anche meglio forse:


53 Comments:

Anonymous Anonymous said...

...in tutto questo, le parole di Mickey Knox quando si riferisce a Mallory, la sua compagna, sono un inno all'amore...è l'amore che combatte la bestia che abbiamo dentro...sicchè amatevi, buontemponi.

aZ

7:15 AM

 
Blogger janamala said...

frocio.

8:37 AM

 
Blogger janamala said...

cmq, bando alle ciance.io cerco casa a firenze, se ci avete amici in zona, aiutatemiiiiiiii!io e mala vi saremo grati a vita.
ho messo anche un simpaticherrimo annuncio visibile sul mio blog. dai ajò rendetevi utili....

8:52 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...piuttosto del determinismo storico cosa mi dite?

1:06 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Articolo di Mrio T. dal sito

www.pianosequenza.net/dblog/articolo.asp?arti...

Nietzsche vs. Kubrick

L’opera originale a cui si fa riferimento è “Nietzsche contro Wagner”; non che abbia molte affinità con ciò di cui andremo a parlare, ma il cui titolo si prestava meglio ad essere manipolato per introdurre l’argomento di queste pagine . Ovvero che, se il buon Federico Wilhelm avesse potuto godere del piacere di andare al cinema, il suo film preferito sarebbe stato senza dubbio “Arancia Meccanica”, famoso e famigerato lungometraggio di Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess. Le argomentazioni proposte sono frutto di una libera e personale interpretazione del film.

Arancia Meccanica

Arancia Meccanica è un indiscusso capolavoro del cinema contemporaneo. Quando uscì nel 1971, complice il clima di quegli anni, falsi moralismi e ipocrisie ebbero gioco facile ad etichettarlo come un film proibito, istigatore alla violenza e privo di qualsiasi ritegno, tanto che Kubrick si vide costretto a interromperne la distribuzione. Oggi, dopo quasi trent’anni, Arancia Meccanica fa ancora fatica a scrollarsi di dosso la sua demoniaca nomea, nonostante dietro la brutalità di alcune scene e la crudeltà dei temi trattati si nasconda una profonda riflessione filosofica, oltre che la grandezza estetica del suo regista.


Il film comincia con un lungo primo piano del protagonista, Alex, seduto insieme con Pete, Georgie e Dim, i suoi tre scagnozzi, intento a sorseggiare cocktail non proprio ortodossi. Le serate dei quattro giovani si svolgono tra le strade di una Londra futurista (la città sembra un’esasperazione psichedelica degli anni ’70), tra ultraviolenza (come amano definirla), stupri, scontri fra gang. In queste fasi iniziali Kubrick ci mostra un vandalismo apparentemente immotivato e ingiustificato, ma è solo apparenza: in realtà è già svelata la vera natura del protagonista. Egli è un malvagio, ed è felice, gaio come un bambino; è un purista della violenza, è il trionfo del dionisiaco, dell’irrazionalità, dell’inconscio: l’aggressività scaturisce dalla sua stessa natura. I suoi sottoposti, invece, altro non sono che opportunisti, ladri, approfittatori. Essi sono mossi dallo spirito di emulazione, dalla cupidigia, dalla prepotenza, e lo dimostrano nel tradire senza esitazione il loro capobanda, lasciandolo inerme nelle grinfie della polizia. Così, in seguito ad una condanna per omicidio, ha inizio il processo rieducativo dello Stato nei confronti del giovane trasgressore della legge. Laddove la società ha fallito nella socializzazione e l'assoggettamento dell'individuo, subentrano gli istituti carcerari. Ma la prigionia non scalfisce minimamente l’essenza di Alex (come non scalfisce quella degli altri detenuti); occorrono misure drastiche, e la scienza si propone di fornire un rimedio. Il Governo, come da programma elettorale, ha finanziato un progetto di ricerca rivoluzionario per diminuire la criminalità, e lo stesso Ministro della Giustizia (preoccupato più di mantenere il consenso elettorale che di proteggere i cittadini) si reca in carcere per scegliere colui che servirà da cavia per l'innovativa cura Ludovico. Alex accetta di sottoporsi al trattamento senza sapere a cosa vada incontro, ma con la promessa di essere rilasciato dopo sole due settimane. La cura Ludovico si rivela disumana e disumanizzante: cone mezzi barbari e atroci si associa un forte malessere fisico alla visione o all’esercizio di violenze, impedendo così al paziente di compiere atti criminali. Il paziente è dunque privato del libero arbitrio: nonostante le proteste etiche e morali del cappellano della prigione (un personaggio tanto dileggiato satiricamente quanto importante), considerate inutili “sofismi”, la cura è portata a termine. Alex viene dunque rilasciato, e una volta tornato in libertà, la sua avventura si trasforma definitivamente in incubo: come fosse una fiaba, egli incontra uno alla volta tutti i personaggi che aveva maltrattato, dai quali ora non ha la possibilità di difendersi. Le vendette sono implacabili, una dopo l’altra, dalla rivalsa dei suoi ex-scagnozzi, divenuti poliziotti (assorbiti e strumentalizzati dalla stessa società che li ripudiava), alle torture di uno scrittore che inizialmente gli offre ricovero, poi, dopo averlo riconosciuto come il suo aguzzino, lo sevizia per vendicarsi, conducendolo al tentato suicidio. Il risveglio in ospedale di Alex è, però, anche il risveglio dall’incubo: la notizia del tentato suicidio ha scatenato i giornali e l’opinione pubblica sulla brutalità della cura Ludovico. Il Ministro della Giustizia, per conservare il suo fedele elettorato, non può che ammettere il fallimento delle buone intenzioni governative e tornare sui suoi passi. Il Governo rimarrà al fianco del disgraziato Alex fino alla sua completa guarigione; e la guarigione si rivelerà completa in tutti i sensi…

La prigionia sociale

In “Arancia Meccanica”, Kubrick ci offre un grottesco quanto realistico ritratto della società. Vista dall’esterno (il protagonista ne è palesemente al di fuori), sembra assumere il ruolo di antagonista. A cominciare dagli inetti genitori, passando per il ben più incisivo ma comunque inefficace carcere, essa tenta in tutti i modi di reprimere la natura di Alex, considerandola destabilizzante. Per vivere in armonia con gli altri, è necessario rispettare determinate regole, acquisire schemi mentali basati su dei valori ritenuti dogmaticamente giusti che, dal punto di vista di “Arancia Meccanica”, sopprimono l’istinto dell’essere umano, omologandolo. La società è dunque un bene o un male?

Nietzsche si figura la società come una prigione, dove l’uomo, dimentico di se stesso e della propria natura, è rinchiuso da sbarre fatte di valori falsi e opprimenti, di ideali sterili e anonimi. La società altro non è che l’omologazione dell’individuo, il tentativo di limitare l’animo umano, libero e creativo per natura, tramite le false illusioni della ragione. L’uomo è perciò uno schiavo, e ad esercitare il controllo su di esso sono le grandi ipocrisie della morale, come le religioni. L’ultima opera di Nietzsche, “Anticristo”, ne è il fulgido esempio: essa riconosce il cristianesimo come una tecnica di controllo e annientamento della vita. Strumentalizzando la paura della morte, il cristianesimo impone la repressione degli istinti, costringendo al senso di colpa, all’angoscia e alla sofferenza in nome di una falsa promessa (il paradiso).

Nietzsche ha quindi una visione decadente della società, dove la morale è solo uno strumento di vendetta dei deboli sui i forti, dove la religione è solo uno strumento di controllo dei furbi sugli ingenui. Ma chi ha provocato tutto questo? C’è un responsabile?

Socrate ha ucciso la tragedia
Ebbene, secondo Nietzsche i responsabili sono proprio i tanto decantati fondatori della cultura e del pensiero occidentale (appunto quella cultura che Nietzsche critica aspramente). Ma per ben comprendere il violento attacco alla filosofia socratica, bisogna fare un passo indietro, e risalire all’espressione della cultura prima dell’avvento di Socrate, durante quella che potremmo definire “età della tragedia”.

Nietzsche sostiene che la massima espressione della civiltà ellenica si sia verificata con l’avvento della tragedia: la capacità tragica di mettere a nudo la natura umana, ossia il connubio tra le due grandi forze che animano i greci, l’apollineo e il dionisiaco, dischiude la comprensione della realtà e dell’essere umano stesso. Il dualismo tra apollineo e dionisiaco rappresenta inoltre il contrasto degli opposti (ordine e caos, generazione e corruzione), considerato fondamento ontologico della vita.

Con Socrate, questo dualismo viene a mancare. La filosofia socratica, acclamata da molti come la nascita del glorioso pensiero occidentale, è interpretata da Nietzsche come nascita della decadenza. Socrate impone il primato della ragione sull’irrazionalità, “tagliando fuori” l’elemento dionisiaco. Il suo famoso concettualismo, con il quale pretende di racchiudere in concetti l’esistenza, uccide l’uomo tragico, lasciando il posto all’uomo teoretico che, grazie anche all’analogo ottimismo dell’allievo Platone, si costruirà un mondo fatto di apparenze, un castello di vetro dove affermare il proprio dominio sulla vita. Un dominio che risulterà, per l’appunto, fittizio. Se la tragedia greca è morta, non è morta e mai morirà la dimensione tragica dell’uomo, che, imprigionata in questo castello di vetro, si sfoga nel malessere della società: quel malessere rappresentato da Kubrick in “Arancia Meccanica”, o semplicemente il malessere che si manifesta tutti i giorni davanti i nostri occhi.

Alex: il freigeist

Il quadro finora descritto da Nietzsche non è dei migliori; tuttavia egli ritiene che sia ancora possibile per un uomo vivere in modo autentico, libero dalle illusioni. Quest’uomo è libero dal giogo della religione e della morale, dai vincoli della ragione: è in grado di liberare la propria parte irrazionale, di abbandonarsi alla danza dionisiaca del suo istinto. Nietzsche lo definisce “spirito libero” (in tedesco freigeist), il grande scettico, colui che diffida della ragione, che “penetra le carni della vita”. I suoi nemici sono le grandi ipocrisie moralistiche e i loro inventori, come Socrate, come Rousseau.

M. (Michel Ciment)Al contrario di Rousseau, lei crede che l’uomo nasca malvagio e che la società lo renda peggiore?

K. (Stanley Kubrick)Non la metterei in questi termini. Penso che Rousseau, trasferendo il concetto di peccato originale dall’uomo alla società, si sia reso responsabile di un sacco di analisi sociali fuorvianti che poi seguirono. Non credo che l’uomo sia quello che è a causa di una società strutturata imperfettamente, ma piuttosto che la società sia strutturata imperfettamente a causa della natura dell’uomo. Nessuna filosofia fondata su un’errata visione della natura dell’uomo è destinata a produrre effetti sociali positivi.

(da “Kubrick”, di Michel Ciment, edizioni Rizzoli)

In “Arancia Meccanica”, Alex è lo spirito libero, il freigeist. Non ha paura di nulla, e si abbandona con coraggio all’irrazionalità. Alex è la manifestazione di tutti gli istinti e gli impulsi di cui la società ci ha privato, è la natura umana messa a nudo, libera, svincolata dagli schemi della ragione. Alex è la vita, pura e semplice. Nell’esercizio della sua amata “ultraviolenza”, egli è felice, come un bambino. E per quanto possa compiere nefandezze e crudeltà, suscitando la disapprovazione dello spettatore, lo spettatore stesso non riesce a non rimanerne affascinato. Tutti condannano le azioni di Alex, eppure tutti rimangono ammaliati dal carisma del personaggio. Perché? Nessuno può spiegarcelo meglio del Maestro stesso.

M. In Arancia Meccanica, Alex è un personaggio malvagio come lo era Stranamore, però Alex sembra in un certo senso meno repellente.

K. Alex possiede vitalità, coraggio ed intelligenza, ma non si può non vedere che è completamente malvagio. Nello stesso tempo c’è uno strano tipo di identificazione psicologica che si verifica gradualmente con lui per quanto il suo comportamento possa respingervi. E questo per due motivi. Prima di tutto, Alex è sempre assolutamente onesto nel suo racconto in prima persona, forse fino al punto di soffrirne. In secondo luogo perché ad un livello inconscio io sospetto che tutti abbiamo in comune certi aspetti della personalità di Alex.

M. Come spiega questa specie di fascino che Alex esercita sul pubblico?

K. Penso che sia da attribuirsi al fatto che possiamo identificarci con Alex ad un livello inconscio. Gli psichiatri spiegano che l’inconscio non ha coscienza – e forse nel nostro inconscio siamo tutti degli Alex in potenza. Se non diventiamo come lui, è forse solo per la morale, la legge e talora per il nostro carattere innato. Questo crea magari disagio in certa gente e spiega in parte alcune controversie che sono sorte riguardo al film. Forse sono incapaci di accettare questa visione di se stessi. Ritengo peraltro che si possano ritrovare in buona parte gli stessi fenomeni psicologici nel Riccardo III di Shakespeare. Non si dovrebbe provare che dell’antipatia nei confronti di Riccardo, eppure quando questo ruolo viene interpretato con un po’ di umorismo e un po’ di charme, ci si trova gradualmente ad identificarsi con lui. Non perché si simpatizzi con l’ambizione o con le azioni di Riccardo, o perché il personaggio ci piace, o vogliamo che la gente si comporti come lui; ma perché, seguendo il dramma, lui penetra gradualmente nel nostro inconscio ed avviene una identificazione eni recessi della mente. Nello stesso tempo credo che nessuno, finito lo spettacolo, se ne vada pensando che Riccardo III o Alex siano un tipo di persona da ammirare e a cui si dorevbbe assomigliare.

(da “Kubrick”, di Michel Ciment, edizioni Rizzoli)

Gli uomini sono tutti spiriti liberi in potenza (per rifarsi all’espressione di Kubrick), ma la stragrande maggioranza di essi si lascia “vincolare”.

La volontà di potenza

Martin Heidegger definirà la volontà di potenza come “la volontà che vuole se stessa”, ovvero la volontà dell’individuo di affermarsi come volontà. Di fronte al nulla dei valori, all’assurdità del mondo, alla realtà della sofferenza, essa rappresenta la resurrezione dell’uomo. Non bisogna mistificare il termine “volontà di potenza” confondendolo con predominio, potere: la volontà di potenza non è semplice affermazione sugli altri, come quella che esercitano Pete, Dim e Georgie (gli scagnozzi di Alex); non è mediocre e volgare violenza. E’ la volontà di affermare se stessi e la propria natura, come fa Alex: la sua violenza non è per niente mediocre e volgare, è l’espressione del suo essere. Ma la volontà di potenza significa anche affermare la propria prospettiva sul mondo. La prospettiva di Alex si estende al resto del mondo?

M. Lei tratta la violenza creando quasi una distanza critica.

K. Forse perché la vicenda, sia nel romanzo sia nel film, viene raccontata da Alex, e tutto quello che succede è visto attraverso i suoi occhi. E’ quel suo modo alquanto speciale di considerare quello che fa che produce in qualche effetto nel distanziare la violenza.

(da “Kubrick”, di Michel Ciment, edizioni Rizzoli)

I suoi scagnozzi, invece, rimangono fedeli al loro vile opportunismo. Lo Stato (la società) rifiuta Alex, e dopo aver fallito la “rieducazione” (la cura Ludovico), decide di servirsene per controllare gli altri (la riconciliazione finale con il Ministro della Giustizia, che in ospedale lo imbocca con il cucchiaio in una scena carica di allegoria). Questo è anche il motivo per cui non si potrà parlare di Alex “superuomo”, ma solo di Alex “spirito libero”, poiché l’Ubermensch (superuomo) è al di là dell’uomo presente, è una “tappa” successiva, uno stadio più avanzato, come l’uomo è rispetto alla scimmia. Egli condurrà l’umanità ad una fase successiva, ma questo non è il caso di Alex.

Colonne sonore

Uno dei tanti meriti da attribuire a Kubrick nel campo cinematografico è l’uso della musica classica all’interno di un film. Da considerarsi una scelta totalmente innovativa, se si esclude “Fantasia” di Walt Disney (1940), nato però con altri presupposti. “Il Dott. Stranamore” è il primo di una lunga serie di produzioni in cui il Maestro utilizzerà come colonne sonore brani sinfonici: le musiche di Beethoven, Strauss, Ligeti e molti altri segneranno la storia del cinema, come nell’epocale “2001 Odissea Nello Spazio”.

In “Arancia Meccanica”, Alex ha una passione fervente per Ludovico Van (così chiama Beethoven): è voluto che sia appassionato proprio di Beethoven, e non, ad esempio, di Mozart. Per Nietzsche, mentre l’apollineo si esprime con l’armonia e la compostezza formale nella scultura o nell’architettura, il dionisiaco esplode violento nella musica. Non la musica armoniosa e formale di un Mozart, ma la musica feroce e passionale di un Beethoven. Non è un caso che Nietzsche fosse il più grande amico e ammiratore di Wagner (prima della rottura fra i due). Wagner sostiene che la musica sia l’arte dell’interiorità, lingua dell’inesprimibile, dell’irrazionale; la musica riflette la vita elementare dei sensi, ed essendo la forma d’arte più lontana dal concetto, rigetta l’uomo nella sua originaria dimensione. Sia la musica di Wagner che di Beethoven è immediata, composta d’impulso.

M. Alex ama lo stupro e Beethoven: dunque secondo lei, non c’è un effetto diretto dell’arte sulla realtà.

K. Penso che ciò dimostri il fallimento della cultura nel produrre un qualche miglioramento etico sulla società. Hitler amava la buona musica, e molti capi nazisti erano uomini colti e sofisticati, ma ciò non giovò molto a loro, né a chiunque altro.

(da “Kubrick”, di Michel Ciment, edizioni Rizzoli)

Titoli di coda

Nelle poche interviste rilasciate (appariva raramente in pubblico), Kubrick non ha mai parlato esplicitamente di un’influenza nietzscheana nei suoi lavori, tanto meno in “Arancia Meccanica”. A pensarci bene, non ne ha mai parlato neanche implicitamente: sono i suoi film ad aver parlato per lui, e questa è la mia personale chiave di lettura per uno dei più grandi capolavori di uno dei più grandi registi.

1:32 PM

 
Blogger janamala said...

eh tò..esagerau..bette trattato..

1:33 PM

 
Anonymous Anonymous said...

..eheh leggilo...è bello mì...dice un sacco di cose interessanti...

aZ

1:36 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Janamala, che casa cerchi a Firenze? Di che tipo di contatto hai bisogno?
Samere

1:48 PM

 
Anonymous Anonymous said...

..ehm..leggete il nuovo post di Samereedomo:

http://ilxxxxxdigarage.splinder.com/

...dio che brava sta qua...braverrima anzi...

aZ

2:11 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Dai az ma sei una merdaccia... Che io sono timida...
Samere.

3:44 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Anzi no.. Una merdaccia proprio no. Pero sono timda lo stesso.
Figa la cosa di Kubrick e Nietzsche.
Samere.

4:17 PM

 
Blogger janamala said...

cerco una stanza non una casa,nn posso permettermi una casa da sola in questo posto...cmq se vai nel mio blog trovi il mio annuncio:-)

3:10 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Vabbè capisco la timidezza ma giuro che sei sulla strada per diventare tra le mie blogstar preferite!

Quando scrivi:

" Lei un po se ne fotte dell'arte oratoria, parla come se fosse al comizio dei sardisti di fronte a un pentolone olimpionico di fave e lardo. Con tutto il rispetto per le fave e il lardo."

...mi mandi in un brodo di giuggiole ( a proposito, ho cercato il " brodo di giuggiole " su wikipedia ed esiste davvero, è un liquore preparato a partire dalle giuggiole, un frutto del Giuggiolo tipico del Veneto....è proprio vero che non si smette mai di imparare...).

aZ

5:51 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...ah, a proposito Samereedò ( che per comodità d'ora in poi chiameremo Valeria ) hai mai dato uno sguardo al blog di Chinaski? E' il blog più bello dell'intera rete, tra quelli che conosco, il tipo è veramente un grande, è ha avuto anche la bella idea di non aprire ai commenti ( sicchè il suo non è propriamente un blog ), potendoselo assolutamente permettere...

http://chinaski77.splinder.com/


aZ

6:43 AM

 
Blogger Betta said...

Il discorso filosofico sulla violenza sarebbe molto interessante, e avrei anche molto da dire su quello che dice Mickey che pure a me mi convince non poco, però sono appena tornata da Perugia, sono stanca morta e l'unica cosa che ho la forza di dire, a pieni polmoni, è che se Woody Harrelson incrociasse il mio cammino, dopo non lo riconoscerebbe nemmeno la mamma.

E' quello che io definisco un "Uomo predatore", quelli che anche quando ti fanno il sorriso più dolce del mondo con gli occhi fanno cose turpi, o viceversa che quando c'è da essere seri la bocca accenna un microscopico sorriso da "mò sò cazzi tua".

Non chiedetemi niente di più profondo, sono divelta, ieri due repliche e riunione di compagnia con cazziatone collettivo al vetriolo.
Che vitazza.

7:54 AM

 
Anonymous Anonymous said...

A proposito di Assassini Nati:

Io, devo dire, sono anche un po stronzo, mi spiego ( no no...non hai bisogno di spiegarti, sei stronzo e basta direte voi, ma io mi spiego lo stesso...): certi film solitamente mi servono per valutare meglio alcune persone che mi trovo davanti, mi spiego ulteriormente: ogni volta che mi è capitato negli ultimi anni di iniziare una relazione con una donna solitamente guardo con lei una serie di film: " Assassini nati " appunto, " Fight club " e " L'Odio " sono quelli indispensabili...sulla base della reazione che la donna ha alla visione di questi film io decido quanto realmente possiamo avere in comune e se è il caso di continuare la frequentazione su basi sentimentali.

Ad esempio, una volta mi è capitato, proprio guardando " Assassini Nati " che la tipa che era con me in quel momento facesse un commento su un pezzo del film che dimostrava, al di la di ogni dubbio, che non aveva capito niente di quello che stava guardando, è stato facile stabilire in un attimo che le nostre strade potevano benissimo separarsi in quel momento senza rimpianto alcuno, e così è stato infatti.

Dite che c'è un non so che di razzismo in questo modo di fare? No, per niente, semplicemente se i nostri livelli di comprensione e di analisi non sono minimamente sintonizzati, è duro da dire, ma il massimo che si può condividere è il letto, e forse neanche quello, sicchè sarebbe un inutile perdita di tempo e di energie provare a impostare qualcosa che vada oltre il letto, appunto, mi sembra tutto sommato onesto da parte mia ecco...

Devo dire comunque, a onor del vero, che nella stragrande maggioranza dei casi le tipe con cui ho visto certi film hanno risposto in modo appropriato al senso di quello che guardavano, e da quel momento infatti abbiamo vissuto felici e contenti per un periodo di tempo significativo...cioè il film è gia una prova secondaria ( e vedete di non fare gli ipocriti, anche voi avete i vostri parametri ben consolidati, chessò magari può piacervi un tipo poi scoprite che usa calzini corti di spugna bianca o che adora Claudio Baglioni e la cosa inizia a suscitarvi qualche tentennamento...succede...), prima di guardarli ho più o meno gia un idea di chi mi trovo davanti...il film, diciamo, vale come prova del nove...è successo poche volte d'altronde che in seguito alla visione del film decidessi che non era proprio il caso neanche di fare un pezzo di strada insieme....

aZ

8:12 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...ecco ad esempio, se una sgarzula mi dice, con voce melliflua "...troppa violenza "...senza capire che la violenza, in quel caso, è un pretesto efficace per sviscerare un discorso ben più ampio e significativo, io non posso fare altro che essere gentile con lei, financo protettivo, posso diventare suo amico, ascoltarla quando ha bisogno di sfogarsi e tutte stè belle cose...ma sarà molto difficile che scatti in me quella molla che mi spinge a pensare di essere sulla strada dell'innamoramento...e questo anche se si tratta di Milla Jovovich.....

aZ

9:01 AM

 
Blogger Betta said...

Eheh, io questa cosa che chiamerei snobismo del cazzissimo ce l'ho di brutto, e non ne faccio assolutamente un vanto, anzi, ma è così.

Il mio parametro principe sono i libri.

Leggi? Cosa leggi? Il tuo libro preferito? Cos'hai sul comodino?
Se uno mi dice che non legge (dalla sfumatura del "sono tutte cazzate" al "vorrei ma non ho il tempo") non ha la minima possibilità, foss'anche Brad Pitt.

Però anche se uno mi dice "sto leggendo tutto Bukowsky, è il mio mito" io tentenno, non perché non mi piaccia Bukowsky, ma perché è un'affermazione che accetto in adolescenza o prima post adolescenza, dopo è spia di un ritardo. Non mentale, ovvio.
A meno che non dica "sto RIleggendo Bukowsky, sai, con la maturità sto capendo cose che prima mi erano fuggite".

Diffido anche da chi dice "io i libri non li leggo, li scrivo".

Poi c'è la musica.
I primi che depenno sono quelli che dicono "ascolto un pò di tutto, quello che passano in radio". Aaahh??? Ma che scherziamo???

Non credo di aver mai conosciuto un uomo che ammettesse di ascoltare Baglioni (poi chissà nelle cuffie sotto le coperte di notte cosa ascoltavano tutti quei frikkettoni che ho incontrato...).

9:38 AM

 
Blogger pollockmusic said...

posso dire una cosa impopolare? grazie: a me NBK mi è piaciuto ma non lo ritengo così seminale. Rudy Guede e più seminale. e BOBO VIERI è più uomo di Rudy. ma NBK è un film carino, nulla di più, per me. tutto questo viaggio io non l'ho visto. forse dovevo fumare, come il signore degli anelli episodio 1: sono stato elfo 3 ore e mezza: seccante ma bette viaggioooooooo.

10:08 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Beh è chiaro che può non piacere...ma secondo me c'è modo e modo anche di non farsi piacere una cosa...uno può capire tutte le sfumature di senso contenute in un opera e tuttavia arrivare alla conclusione che non sia poi stà gran cosa...diverso è il caso, ed è quello che mi è capitato, di persone che nel giudizio non riescono ad andare oltre la superficie delle cose e quindi venirsene fuori con qualche banalità alla buona...


Io non lo chiamerei snobismo...la gente passa il tempo a prendere in qualche modo le misure agli altri, è una cosa che fai anche inconsciamente...ed è ovvio che sei più predisposto a legare con quelli che ritieni abbiano più cose in comune con te, con quelli con cui ti trovi su un piano di interpretazione e comprensione compatibile...Goethe le chiamava le " Affinità elettive "...

Questo non significa automaticamente che chi non ha il tuo stesso approccio a certe cose meriti di essere considerato in qualche modo " inferiore ", sicuramente avrà altri interessi e diverse chiavi di lettura...ma quelli che sentiamo più vicini a noi inevitabilmente sono coloro che ridono per le stesse cose per cui ridiamo noi e si commuovono per le stesse cose per cui noi ci commuoviamo...

aZ

10:29 AM

 
Blogger Betta said...

A tal proposito Tò ti volevo dire che io come rido con te non rido con nessuno.

11:24 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...eheh...vabbè ma noi siamo fratellini...abbiamo una forma mentale che si è sviluppata contemporaneamente....

aZ

11:28 AM

 
Blogger  said...

anche a me succede la stessa cosa con mio fratello è la forma mentis ,e poi è veramente simpatico,per quanto riguarda le affinità elettive è vero ,ogniuno di noi ha dei parametri imprescindibili,l'unica differenza è che avvolte sono incosci.
Molti dicono :io sono libero non ho pregiudizi ma la mente non è tabula rasa e non si affaccia così al mondo bensì con delle categorie precostituite altrimenti saremo sempre in balia delle cose e persone .
stop che pallosa ciao giovanna

11:23 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Tutto vero e tutto condivisibile Jò....oggi però parliamo di Archeologia...eheh...no scherzo, è un riferimento che può capire solo Paiola che ieri sera c'era....a proposito la ringrazio per quanto sopporta stralci dei miei deliri alcolici...grazie Pà!

aZ

6:41 AM

 
Blogger  said...

e stasera c'è qualcosa di bello in giro, cazzzzzzzz mi son dimenticata che non posso uscire vabbè Tò racconta le tue avventure mi raccomando

6:45 AM

 
Blogger Betta said...

Povera Paola, passare da me a Toti così...mamma la dovrebbe pagare!

6:48 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Insieme a te non ci sto più,
guardo le nuvole lassù.

Cercavo in te
la tenerezza che non ho,
la comprensione che non so,
trovare in questo mondo stupido...

Quella persona non sei più,
quella persona non sei tu.

Finisce qua
chi se ne va, che male fa.

Io trascino negli occhi
dei torrenti d'acqua chiara
dove io berrò.
Io cerco boschi per me
e vallate col sole più caldo di te.

Insieme a te non ci sto più,
guardo le nuvole lassù...




E quando andrò
devi sorridermi se puoi,
non sarà facile ma sai
si muore un po' per poter vivere...

Arrivederci amore, ciao,
le nubi sono già più in là...

Finisce qua
chi se ne va, che male fa.

E quando andrò
devi sorridermi se puoi,
non sarà facile ma sai
si muore un po' per poter vivere...

Arrivederci amore, ciao,
le nubi sono già più in là
Arrivederci amore, ciao,
le nubi sono già più in là


Ero in macchina che ascoltavo questa canzone di Caterina Caselli rifatta da Battiato ( che tra l'altro ha dato il nome anche a un bellissimo libro di Massimo Carlotto: " Arrivederci amore ciao " appunto ) e mi sono commosso...e non ho nient'altro da dire a riguardo....

aZ

11:43 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...se non che godo, certe volte, nell'innamorarmi di tutto, al di là del bene e del male, della gioia e del dolore, nella buona come nella cattiva sorte etc etc...

aZ

11:45 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...un po come " L'insostenibile leggerezza dell'essere " di cui parla Milan Kundera...roba così...ho anche provato a morire una volta, senza saperlo, e non ci sono riuscito, ed è bellissimo non esserci riuscito...

Ora vado, stasera esco...

aZ

11:48 AM

 
Blogger janamala said...

si molto bella la canzone della caterina,il film invece m'ha fatto abbastanza cacare.

2:50 AM

 
Blogger GPZ said...

Tò molla Oliver Stone e commuoviti con le cose serie. QUi

8:14 AM

 
Anonymous Anonymous said...

..eheh l'avevo letto...il buon vecchio Commodore 64...se penso alla grafica dei giochi su cui passavamo pomeriggi interi mi viene una grande tenerezza....ma te lo ricordi il Soccer? Incredibile...dei quadratini colorati che rappresentavano i calciatori che inseguivano un quadratino bianco che era il pallone...e facevamo anche i tornei di vicinato ( che naturalmente vincevo a man bassa, se non altro perchè rispetto agli altri avevo la possibilità di allenarmi, visto che il gioco era mio...), forse se all'epoca avessimo avuto il Pro Evolution Soccer saremo cresciuti diversamente chissà...ah...i bei tempi andati....

aZ

8:48 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...mmmh ma mi sa che queste cose sul Commodore 64, sul Soccer etc etc le avevo gia scritte tempo fa....mi ripeto...l'età inizia a farsi sentire...beh oggi non avete niente da dire?..dai che fa freddo...stiamo vicini vicini che ci riscaldiamo...

aZ

6:51 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...uff vabbè..torniamo sul sesso che tanto ho capito che è tra le poche cose capaci di destare il vostro interesse...

Ho letto in un blog alcune interessanti notizie, ve le riporto:

1. Ogni incontro sessuale dura all’incirca 15 minuti: I preliminari durano dai 3 ai 5 minuti mentre l’atto sessuale dai 10 ai 12.

2. Gli esseri umani non sono gli unici membri del regno animale che si accoppia anche solo per divertimento. I delfini e un tipo di scimpanzé, il bonobo, praticano il sesso anche quando non sono nei loro cicli riproduttivi naturali.

3. Anche se il Viagra ha reso la disfunzione erettile (che interessa 10-12% degli uomini) una frase molto comune, il problema opposto, l’eiaculazione precoce, è più comune (interessando 24–27% degli uomini). La Food and Drug Administration attualmente sta valutando un farmaco chiamato dapoxetine che cura per questo problema.


4. Alzate il termostato! L’orgasmo può essere più intenso negli ambienti caldi.

5. Se una donna raggiunge l’orgasmo durante il sesso, è più probabile che rimanga incinta. Gli spasmi dei muscoli pelvici, che si verificano durante l’orgasmo, contribuiscono a spostare lo sperma dal canale vaginale verso l'utero.

6. Non solo gli esseri umani possono essere omosessuali. In natura sono molte le specie in cui i maschi possono avere attività sessuali omosessuali ed in effetti i pipistrelli maschi hanno il più alto tasso dell'omosessualità di tutti i mammiferi (vd Batman e Robin!!).

7. Ogni giorno 400.000.000 di persone in tutti il mondo (una persona su diciassette) fanno sesso; quindi mentre leggi questo post 4000 persone stanno avendo sesso (tu probabilmente no, dato che sei qua a leggere!).

8. Il sesso cura l’ emicrania. L’endorfine rilasciate nella circolazione durante l’attività sessuale non solo ci danno piacere ma sono anche degli antidolorifici naturali. Informazione utile da citare la prossima volta che la vostra partner rifiuta il sesso perché ha “mal di testa”.

9. Molti anziani fanno sesso frequentemente. All'età di 70 anni, il 73% dei maschi sono ancora potenti e a 80 anni il 30% fanno ancora sesso.

10. 70% delle donne preferirebbe mangiare del cioccolato (!!) piuttosto che fare sesso.

Fonti: The Kinsey Report, Wikipedia, American Urology Association

6:55 AM

 
Blogger seserla said...

se vuoi ti posto la lista dei farmaci e delle sostanze che rendono impotenti un uomo, una mia amica medico di recente ne sta facendo dono a tutti, soprattutto ai maschietti.
per iniziare, se vi fate tante canne occhio a lungo andare (non nell'immediato, dove invece si ha l'effetto contrario, potreste avere dei problemi seri.
abolite il voltaren! il principio attivo e fortemente sconsigliato! insomma tenetevi il dolore, almeno sarete attivi..gli altri non me li ricordo (ah gli antinfiammatori in genere hanno principi attivi che non fanno bene al sesso);)

8:08 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Per le canne è vero...l'ho letto anch'io più volte...a lungo andare è possibile un calo della libido...e anche per diversi farmaci si...

aZ

8:11 AM

 
Blogger dariedda said...

ma ieri avete visto il documentario "cocaina"?
e se si che ve n'è parso?

8:23 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Visto visto...a tratti, alternavo con Crozza...boh...ben fatto anche...una cosa a metà tra un documentario e una fiction ( una docu-fiction infatti ), tutto sommato realista anche se inevitabilmente i protagonisti erano ben consapevoli di muoversi davanti a una telecamera, e si comportavano di conseguenza...sopratutto i poliziorchi, avevano più un piglio da educatori sociali il che è poco verosimile...nel senso, troppo morbidi con quelli che arrestavano, e normalmente non succede così, tutt'altro, ma appunto sapendo di essere ripresi hanno assunto atteggiamenti comprensivi, confidenziali, ma assolutamente forzati.

aZ

9:47 AM

 
Blogger dariedda said...

mm si è la sensazione che ho avuto anche io. il poliziotto educatore proprio non si reggeva. falso come i soldi del monopoli.
l'ho comunque trovato ben fatto anche se mi è dispiaciuto non vedere la parte romana, e non vedere i pezzi grossi con la coca. alla fine erano quasi tutti sfigati. Mi ha fatto una gran pena il muratore che si faceva le righe per lavorare più ore. capisco però che è più "interessante" mostrare come il fenomeno coca da droga dei ricchi sia diventato assolutamente trasversale. mha

10:57 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Poi, per carità, ci sono senz'altro anche poliziotti " democratici ", ci mancherebbe. Solo che quando ti portano dentro come è successo ai tipi del servizio di ieri, ma anche per molto ma molto meno, generalmente il trattamento è tutto fuorchè riguardoso: tanto per iniziare ti spogli completamente e fai le tue belle flessioni per verificare che tu non nasconda niente all'interno delle tue parti intime ( chiamiamole così ), è la prassi, sia per gli uomini che per le donne, e posso assicurare che la cosa è più che umiliante, condita inoltre da improperi di vario tipo che ti vengono rivolti contro...nel mantre la cosa più intelligente che puoi fare è non pensare minimamente di rispondere a quegli improperi...viene molta voglia di farlo ma è vivamente consigliato evitare...dico questo non perchè sia mai stato un frequentatore delle patrie galere, sempre meglio precisarlo, ma perchè basta veramente poco per ritrovarti in una questura passato al setaccio, anche solo trovarti con la persona sbagliata nel posto e nel momento sbagliati...ed è veramente poco piacevole.

aZ

11:41 AM

 
Blogger GPZ said...

Più che consapevoli della presenza delle telecamere erano 'costretti' da esigenze di copione. Anche in un documentario esiste una sceneggiatura; non che sapessero che cosa dovevano dire ma sicuramente avevno indicazioni di regia dulel cose da chiedere e da dire. Il doc non aveva intervistatori ma utilizzava il poliziotto per fare le interviste. Mi è piaciuto molto e soprattutto pensavo che Er monnezza fosse solo un personaggio di fantasia. Il poliziotto lo ricordava molto.
Purtroppo non hanno fatto vedere molti dei rampanti e manager milanesi che la cocaina se la fanno recapitare direttamente negli uffici.
Mi hanno fatto tenerezza i muratori. Conosco le loro difficoltà e la fatica di un lavoro massacrante.

12:59 AM

 
Anonymous Anonymous said...

"Conosco le loro difficoltà e la fatica di un lavoro massacrante."

Vabbè, questo di per se non giustifica l'uso della cocaina, anche perchè non è mica così vero che la sostanza ti aiuta a sopportare la fatica, o meglio, sul breve può anche dare quell'impressione, ma un uso protratto per tempi lunghi ha come inevitabile conseguenza una debilitazione non tanto fisica quanto mentale, il sistema nervoso va a puttane come dicono a Cambridge, è un fatto.

Sul motivo per cui non hanno rappresentato i manager della Milano " bene " credo dipenda dall'esigenza di non esprimere il classico luogo comune per cui la coca sia un esclusiva delle categorie più abbienti, come diceva la tua dolce metà era importante denunciare la trasversalità del consumo.

aZ

10:18 AM

 
Blogger janamala said...

io in questo momento urgerei di cocaina...ci ho ottomila progetti da fare, proprio stanotte, e toti mi angoscia con i suoi propositi guerreschi :-) amicco scherzo eh, non ti incazzare, take it easy

11:10 AM

 
Blogger GPZ said...

La mia solita fretta mi ha fatto spiegare male. Certo non ritengo che sia lecito l'uso della sostanza come 'defaticante'. La pena era rivolta alla fatica del lavoro e alla difficoltà a tirar su qualche euro, anche se dal filmato ho appreso che vengo pagato meno di un cottimista. Ba be. Dicevo. Anzi il fatto che qualcuno giustifichi l'uso con la scusa della fatica, manco fossero andini, ne sottolinea ancora di più il problema sociale.

11:17 AM

 
Blogger janamala said...

vabbè...il muratore fatica come pochi ormai, il fatto è che uno si immagina che con la coca la fatica sparisca, alla fine come diceva toti nel momento è effetivamente così,così come l'eroina fa sparire il dolore,o il pensiero...io ad esempio stasera la coca me la prenderei, perchè so che se la prendo stanotte finisco quello che devo fare, e anche con nonchalance...poi se me la riprendo domani e dopo e dopo ecc ecc si crea la dipendenza, e già la cosa non funziona...mioddio ma si parla di fuffa, e io ci metto la mia, anzichè fare quello che devo fare?si, son proprio stanca.....

11:53 AM

 
Blogger janamala said...

no, ma piuttosto...ma lo sapete che brad pitt ce l'ha piccolo?uahauahauahau.son brutte cose......oh, mai piaciuto brad pitt, io sono della scuola di pensiero johnny depp..e secondo me,johnny...vero amicca betta???;-)

12:19 PM

 
Blogger paiola said...

Ciao Az...
ho letto in ritardo ma sappi che mi fai sempre molto ridere nelle serate trittichesi, eheh!
E in tutto ciò sto film lo dovrei rivedere, me lo ricordo ormai pochissimo!

7:15 AM

 
Anonymous Anonymous said...

This comment has been removed by a blog administrator.

11:58 AM

 
Blogger janamala said...

dai tò, se vuoi te lo dò l'alibi...però boh, io torno per rilassarmi un attimo, poi vedi tu....

12:38 PM

 
Blogger Betta said...

Tì come fai a sapere che Brad ce l'ha piccolo?

6:03 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Come non sapevi che sono stati insieme un paio d'anni? Si è vero, prima che stesse con Jennifer Aniston non te lo ricordi? Cavolo me lo ricordo anch'io quando Brad passava a prenderla a casa sua a Istiritta che si fermavano tutte le tipine della scuola media n 1 a guardarlo in adorazione...poi amica Tiziana l'ha mollato perchè doveva andare a studiare a Perugia e lui è tornato in California con la coda tra le gambe...

aZ simpatico buffone...

6:49 AM

 
Anonymous Anonymous said...

toto manco ti rispondo.
amicca, l'ha raccontato juliette lewis..
l'ho trovato qui

http://www.tgcom.mediaset.it/gossip/articoli/articolo391860.shtml

7:42 AM

 
Blogger janamala said...

..e cmq brad mi veniva a prendere in VIA CALAMIDA,non in via istiritta...manco le vie di nuoro sai...

11:08 AM

 

Post a Comment

<< Home