2/7/07

Sardi



" Noi sardi siamo la civiltà del muretto a secco ", mi ha detto un giorno l'amico Achille Salerno, intendendo così dire che siamo diffidenti per natura, sospettosi e sempre pronti a dichiararci guerra a vicenda anche per delle facezie. Una variazione sul tema insomma rispetto a quello che aveva detto quel signore spagnolo qualche secolo fa, sbarcando per la prima volta nella nostra ridente isola: pocos, locos y mal unidos, ovvero: pochi, matti e disuniti, così ci aveva giudicato l'ispanico dall'occhio lungo, qualcuno può ragionevolmente dargli torto?

Io credo di no, se ci stacchiamo un attimo dalla difesa a oltranza delle nostre radici, dettata molte volte più da una sorta di malinteso campanilismo che da altro, e proviamo a vedere le cose con lucido distacco e con spirito autocritico. A volte è un ottimo esercizio intellettuale provare a farlo. E' chiaro, e spero che nessuno sia così ingenuo da muovere questa obiezione, che la Sardegna così come chi la abita ha delle cose bellissime, anzi a scanso di equivoci dico subito che non la cambierei con nessun altro posto al mondo, ma in questo caso si sta cercando di fare una critica delle cose che bellissime non sono, almeno dal punto di vista di chi scrive.

Siamo, e badate bene che mi riferisco al prototipo del sardo, ancorati a una visione del mondo che tende a tenerci fuori da ciò che succede oltre i confini dell'isola, impossibilitati dall'incidere su altre realtà che non siano la nostra ( qua si generalizza e molto, ma, ripeto, si parla del sardo tipico ), questo sta un po cambiando col tempo, e sopratutto grazie al fatto che sempre più sardi hanno la possibilità di confrontarsi con realtà diverse, anche se spesso introiettando non certo le cose migliori che arrivano dall'esterno.

Ma siamo anche quelli che se sei una donna e vivi in un piccolo paese e a quarant'anni non hai ancora trovato marito sei passibile di puttanesimo, per non parlare poi se la suddetta donna ha la tendenza a divertirsi in promiscuità. Siamo quelli che fanno spuntini dove le donne stanno tutte insieme a parlare di figli e gli uomini da un altra parte a ciarlare di donne o calcio, e guai a mischiarsi...itte ti credese. Siamo quelli che spesso coltivano una forma tutta particolare di malafede per cui se vai a dire a tizio che caio ha fatto i soldi, tizio non mancherà di far notare che sicuramente, in qualche modo, Caio ha rubato. Siamo quelli che conosciamo alla perfezione tutti i fatti altrui e ci divertiamo a deformarli a vantaggio dei nostri momenti di giubilo e contemporaneamente, paradossalmente, non manchiamo mai di far notare che noi, noi si, ci facciamo i fatti nostri, certo.

Siamo quelli che pochi, furbi, hanno venduto per due lire quello che era di tutti. Siamo quelli che non vogliono i miliardi, i milioni vogliono loro altrochè, furbi loro. Siamo quelli che " Ma itte cazzu ses pompiande ? ( cosa cazzo stai guardando ? ) ". E siamo quelli che è più uomo chi picchia più forte, o chi beve più vino, o chi è più prepotente. ( fine prima parte )

5 Comments:

Blogger dariedda said...

bè si, siamo anche così. anche.
siamo quelli della teoria sconciagiochi per esempio, ovvero che quando hai qualcosa in mente c'è sempre qualcuno che ti dice no, ma che? non funzionerà mai!
siamo quelli come hai detto tu che se qualcuno fa qualcosa, per piccola che sia allora si dice che l'ha fatta per fortuna mai per merito, per piccola che sia, ripeto.
Alla tua teoria sulla donna nubile quarantenne aggiungerei quella della donna, nubile, quarantenne che ha un bel lavoro ed è brava ma sicuramente se non è puttana è lesbica.
ma comunque alla fine non credo che siano caratteristiche squisitamenete ed esclusivamente sarde.
Altra cosa che ho notato ma è come dire che ho scoperto l'acqua calda è che siamo profondamente diversi tra noi. nelle mie discese in campidano ho trovato caratteristiche diverse dalle nostre di barbagia. gente decisamente più aperta e meno diffidente, sorridente e disposta a chiaccherare e raccontarsi senza ombra di diffidenza. ma va là che è sempre campo di generalizzazione questo...

3:01 AM

 
Blogger azzazzel said...

Naturalmente certi "tratti culturali" sono tipici delle realtà provinciali,e non esclusivamente dei piccoli centri della sardegna.E naturalmente non tutte le realtà in sardegna sono come le ho provocatoriamente dipinte nel post.
Sono tratti tipici di alcune realtà ma che CHIARAMENTE non riguardano l'insieme dei sardi e,cosa più importante (siccome ho Tiziana in msn che mi scartavetra le balle dicendomi che questa non è antropologia) non ha la pretesa di essere un punto di vista universale nè tantomeno una verità rivelata,è semplicemente il mio punto di vista,il modo in cui io vedo molte delle tipiche realtà sarde più rappresentative e più veraci.Dev'essere chiaro che nel momento in cui uno fa un analisi di una cosa lo fa dal suo punto di osservazione,senza avere la pretesa che cio che lui osserva debba in qualche modo essere condiviso dagli altri(anzi vi dirò...se iniziate a essere in tanti a trovarvi d'accordo con me inizio anche a preoccuparmi :-).
Io dei tratti che reputo "negativi" di un certo modo di essere sardi ho notato questi e molti altri,voi potete non averli notati o averli intesi diversamente,va bene così.

6:06 AM

 
Blogger azzazzel said...

Sono osservazioni molto simili,e in qualche modo ispirate,a quello che un Marcello Fois scrive nei propri libri,solo che lo fa in forma romanzata,lo riversa nei caratteri dei personaggi e,sopratutto,fa trasparire anche nella critica un amore totale nei confronti della propria terra,faccio un esempio:nel suo ultimo libro a un certo punto afferma che "alle donne nuoresi non piacciono gli uomini belli",ne diffidano e tengono maggiormente in conto altre qualità.Ora,io credo di aver capito bene cosa voleva dire Fois e l'ho trovata anche una considerazione dotata di grande acume,però se dico un cosa del genere è chiaro che risulterebbe una generalizzazione priva di senso,ai più di voi almeno.In realtà i punti di vista sono univoci e personali, e possono incontrarsi,condividersi,oppure non riconoscersi affatto.Io,dal mio punto di osservazione,condivido la visione di Fois a riguardo,ma mi aspetto che molti altri non la condividano affatto.Una precisazione:Fois si riferiva a una Nuoro dei primi decenni del secolo scorso,quando le identità erano ben più marcate e meno imbastardite.
Si parla di tipologie,di tratti comuni e caratteristici,uno può vederli,ossevarli e prenderne atto,un altro potrà vederci cose completamente diverse.

6:29 AM

 
Blogger janamala said...

amicccccco toti,dicesi luogo comune una stereotipizzazzione culturale.in base ai luoghi comuni si costruiscono cose come:il sardo tipico,l'inglese tipico,il sagittario tipico,l'alieno tipico.il senso comune rende gli stereotipi verità spesso inconfutabili.le tipizzazioni sono anche pericolose,perchè appunto poi creano un immagine distorta di una realtà,che è per natura mobile e variegata.creano cose come il razzismo e il preconcetto.una delle prime cose che ho imparato è che nessuna realtà culturale e sociale è immobile,anche quelle che noi percepiamo come "primitive"rispetto a noi,in realtà subiscono mutamenti continui,sempre più veloci.l'antropologia è un altra cosa,è una scienza che studia la cultura dell'uomo,in modo olistico,quindi ecco,definendo o almeno cercando di definire regole,o spiegazioni,di questo o quell'atteggiamento.quindi ecco..il termine tratti culturali relativamente alle cose che dici è proprio illeggitimo.è un altra roba amicco.poi dici che ti scasso la minchia.mi vendi fuffa per scienza cosa ti devo dire?;-) che poi lo so amicco che è una mera provocazione la tua.ma fottiti comunque.ehehe

6:52 AM

 
Blogger azzazzel said...

Figurati se voglio tirarmela da antropologo o voglia dare valore scientifico alle mie osservazioni.Daie.

7:04 AM

 

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