1/13/07

...vent'anni o giu di lì




















(tratto da "Bastogne", Brizzi-Manfredi 2006)

C'è stata, certo, una stagione in cui anche noi eravamo inutilmente felici per le scene facili che ti spuntavano intorno, entusiasti per i baci sulle guance, gli inviti a bere una cosa, gli sguardi abbronzati e golosi di voglie sui vestiti di lino estivi. Scandalosamente a nostro agio a bordo dei nostri motori, con dietro le ragazze naziste, ironici e amari, consapevoli di un eleganza innata e nervosa. Autoreferenziali e superbamente cattivelli, forse. La nostra gara era sembrare intellettuali e malavitosi, artisti e scopatori. Avevamo i vespini, noi, le tecniche e i nascondigli. Quando conoscevi una ragazza, mica le dicevi che ti piacevano i gattini. Le parlavi dell'aria e del fuoco, di come si diventa ciò che si è. Coi giubbotti dei Ramones, i capelli spettinati, le meravigliose disponibili in tasca. Poi, ci parve di capire meglio. Prendemmo luce da una nuova luce. Sapemmo con certezza, contagiandoci l'un l'altro, che le regole erano il modo di vivere dei lavoratori, e che noi, invece, eravamo UOMINI. Sapemmo con certezza, contagiandoci l'un l'altro, che se volevi pulirti la bocca dal gusto schifoso di quell'aperitivo dovevi abbattere delle cose, bruciare i libri, massacrare gli invitati, poichè il nostro dolore era in ogni cosa, nei vestiti rancidi delle amichette, in quel certo faticare fra lenzuola sconosciute, nel rumore modificato della tua vespa che attraversa le mattine di novembre. Pensavi di essere vittima di un ingiustizia originale. "C'è un ordine che premia i più ubbidienti", diceva Cousin Jerry, "ma noi siamo stati chiamati a partecipare a un altra festa". E visto che gli ubbidienti erano difesi, con la forza, dagli sbirri, Cousin Jerry si sentiva pienamente in diritto a usare la forza anche lui. "E' una sfida a chi si fa male prima, e noi saremo gli ultimi a cadere". Così, ognuno di noi avrebbe combattuto per riportare a casa quel che ci avevano sottratto: i dischi della nuova onda, i giri veloci, le ragazze con la pelle liscia che non hanno bisogno di difendersi, quando ti parlano. Cousin Jerry lo sapeva prima di chiunque, tutto questo, e allora si teneva in forma, pronto a spiccare il salto. E poi, eri stordito di nuovo: cento giorni di seguito a combattere il mal di testa coi caffè, il nervosismo con le resine della mezzaluna fertile, la bassa tensione con le piste sudamericane, la noia con le meravigliose nate in Virginia, l'inutile lucidità degli altri col nostro disordine viziato.


5 Comments:

Blogger janamala said...

tò quando ti pigliano sti amarcord mi si intorcinano le budella

2:17 AM

 
Blogger AzzaZeL said...

E ancora:(sempre citando "Bastogne", perchè sarà pur vero che Brizzi non rientra sicuramente tra i miei scrittori preferiti,ma questo libro,per quanto non la ritenga un opera d'arte,è anche un po la storia dei miei vent'anni,e va da se che l'empatia che mi suscita è tanto inevitabile quanto spontanea)

"No,cazzo.Che uomo sei?
Un uomo deve emanare un alone odinico di autosufficienza,e tu sei pieno di bisogni:sei impastato di voglie,non sai pianificare,stabilire le priorità
DESIDERI DI CONTINUO,traiettorie altissime e cose qualsiasi di strada.
Lo sai in che senso non può andar bene.
E i tuoi amici?

Prendi Dietrich,per esempio:un alcolista.Nè più nè meno.Un alcolista fissato con la seconda guerra mondiale a fascicoli,che sogna di organizzarsi la vita per piani e progetti e invece morirà tra le bottiglie come una qualsiasi mosca da bar che si è trovata senza merito dall'altra parte delle bibite.

Raimundo,un mezzo pusher che cammina come un gigolo cubano,camiciola da bowling e basette ben tenute.Probabilmente è solo un aspirante adulto in cerca di sicurezze.Gli mancano quei due o tre etti di coglioni per fare veramente la differenza.Piace giusto alle sbarbe più impressionabili.

Cousin Jerry,poi,è un pazzo furibondo che va in giro senza meta alle cinque di mattina,un maniaco,un tossico,un disadattato da quasi tutti i punti di vista,una bestemmia urlata contro le geometrie del buon comportamento umano.Con quella spilla sempre appuntata sulla giacca,"Ti sborro in faccia" c'è scritto,roba che le femmine si sporgono in avanti per leggere e si ritraggono schifate.Che poi quando ci ripensano,magari viene anche voglia,dopo,in situazioni molto più casalinghe e subconscie."

8:40 AM

 
Blogger AzzaZeL said...

...e io,malgrado tutto,volevo bene a quella vita storta.

8:50 AM

 
Blogger janamala said...

oddio che tristessa quando dici così.boh a me mi piglia il magone.

8:32 AM

 
Blogger AzzaZeL said...

...no ma va mica è nostalgia:-)

9:40 AM

 

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