4/3/07

- Project -


Proposta per un lavoro collettivo:

Nell'ultimo decennio in Italia sono stati fondati diversi collettivi di scrittura che hanno avuto fortune alterne nella pubblicazione dei loro lavori, se si vuole misurare la fortuna di un opera sulla base del mercato editoriale che quest'opera mette in moto. Tra i più conosciuti meritano sicuramente una citazione speciale i bolognesi " Wu Ming " ( ex Luther Blisset ), i giovani romani della " Babette factory " e i più recenti " Collettivo Kai Zen ". Sono gruppi di scrittori composti al massimo da quattro cinque elementi accomunati per lo più dai medesimi interessi culturali e, fondamentalmente, dalla passione per la scrittura. Le modalità di creazione dell'opera sono più o meno comuni a tutti i collettivi letterari: ognuno dei componenti si fa carico di scrivere uno o più capitoli e il lavoro viene suddiviso sulla base delle capacità e inclinazioni individuali, naturalmente facendo in modo che il filo del discorso rimanga sempre omogeneo e che non sia avvertibile uno sbalzo spiazzante nel passaggio dal capitolo scritto da uno a quello scritto da un altro, da qua l'omogeneità dell'opera malgrado scritta a più mani. Trattandosi poi di romanzi storici c'è tutto un lavoro di ricerca da fare prima che si dia inizio alla stesura vera e propria del romanzo: la ricerca consiste nell'individuare innanzitutto il periodo storico a cui si vuol fare riferimento e, successivamente, concentrarsi in particolare sull'evento che ci interessa, e che ha in qualche modo caratterizzato quel periodo, e studiarlo fin nei dettagli attraverso tutta la documentazione reperibile e disponibile.

E un idea che coltivo da diversi anni e che da poco è tornata a stuzzicarmi l'interesse e la voglia grazie sopratutto alle recenti pubblicazioni del nuovo lavoro dei Wu Ming: " Manituana" e dell'esordio dei Kai Zen: " La strategia dell'Ariete", entrambi bellissimi. In più c'è un altra cosa che mi spinge a parlarne e cioè proprio la possibilità di farlo attraverso un blog che ( purtroppo da un certo punto di vista ) permette di comunicare l'idea a vasto raggio e valutare quanti possono eventualmente essere interessati alla cosa.

E il punto è proprio questo: valutare se e come è possibile sviluppare un discorso simile con quelle persone ( poche a occhio e croce, ma poche ne servono ) che hanno appunto dimestichezza con la scrittura e possono essere interessate a un idea di questo tipo. Mi rendo conto che il progetto può sembrare pretenzioso, ma fortunatamente non a tutti risulterà tale, sopratutto a quelli che hanno buona consapevolezza dei propri mezzi e voglia di fare in questo senso nonchè, assolutamente indispensabile, amore per la letteratura. Ne ho parlato con Bir da poco ma in modo abbastanza sfuggente e poco concreto, lo riprenderemo e Bir è uno dei pochi che mi piacerebbe coinvolgere e che ritengo abbia la possibilità di fare ottimamente la propria parte.

Un abbozzo di idea potrebbe essere ambientare la storia in Sardegna, dal momento che qua siamo e che tutto sommato la Sardegna è un contesto letterario poco sfruttato ( se non negli ultimi anni con i vari Atzeni, Fois, Niffoi e Todde ). La connotazione di " romanzo storico " non implica necessariamente che si debba risalire alla venuta dei Fenici o alle colonie spagnole, si può fare un romanzo storico prendendo in considerazione anche gli anni 60 in Sardegna o i primi decenni del secolo scorso, in modo anche da semplificare l'eventuale ricerca attraverso i giornali e i documenti dell'epoca.

Questa è un idea, mi piacerebbe molto poterla approfondire con qualcuno che eventualmente è interessato alla cosa, anche solo in via puramente sperimentale. Se qualcuno quindi è interessato preferirei me lo comunicasse via mail, spero di essere riuscito a render chiare le mie intenzioni. Salude.

44 Comments:

Anonymous Anonymous said...

per la scrittura non mi offro che non è il caso, ma , se avete fede, sono disponibile per editing e bozze!

11:44 PM

 
Blogger AzzaZeL said...

Come si può non avere fede in te?
Dico sul serio, mi affiderei ciecamente, ne parleremo :-)

11:57 PM

 
Blogger AzzaZeL said...

Il lavoro del collettivo Kai Zen, che ha portato alla pubblicazione del libro " La strategia dell'Ariete " ( opera superlativa che consiglio a quasi tutti ) si è svolto interamente via internet: i componenti del gruppo si sono conosciuti attraverso il web ( alcuni di loro erano gia in qualche modo affermati, altri dei perfetti sconosciuti al mondo dell'editoria, l'età media è di trent'anni ), le ricerche storiche sono state fatte attraverso internet e la consultazione di alcuni documenti antichi reperibili in biblioteche abbastanza fornite. I quattro si sono suddivisi i vari capitoli e hanno continuato la collaborazione sempre attraverso il web: stesura del capitolo, spedizione dello stesso agli altri membri, consultazioni, raccordi, eventuali correzioni, tutto è avvenuto col tramite della rete. Il risultato finale è stato grandioso.

Questi gli indirizzi dei siti del collettivo:
www.lastrategiadellariete.org/
www.kaizenlab.it/
www.romanzototale.it/

12:23 AM

 
Blogger azzazzel said...

Piuttosto, Paoletta, il tuo moroso mi sembra una persona molto vispa e interessante intellettualmente, è uno di quelli che mi piacerebbe coinvolgere, non necessariamente nel progetto di un romanzo collettivo, si potrebbe pensare anche a un blog o a un sito tenuto da più persone e sviluppato sulla base di affinità culturali e interessi comuni. In questo senso Franz è uno che mi interessa e mi stimola, quando ci sarà modo ne parleremo.

1:06 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Avevo avuto un'idea simile, dove il punto di partenza era una fotografia seguita da un incipit. Credo sia un impegno molto serio, coordinare la scrittura di più persone per renderla il più possibile lineare ed omogenea non è sicuramente un lavoro "leggero". Ma la scrittura di gruppo crea anche degli stimoli maggiori a continuare una storia e a farle prendere risvolti spesso imprevedibili.

2:31 AM

 
Blogger azzazzel said...

Sono d'accordo Gigi. Pensi di tornare per Pasqua in modo da parlarne eventualmente di persona o proviamo a spiegarci e organizzare qualcosa via web?

2:46 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Zitto và, niente ferie a Pasqua!
Tornerò dal 25 al 1 maggio.
Riesci a farmi avere la tua mail?

3:04 AM

 
Blogger azzazzel said...

Ti faccio un esempio di un lavoro che volevo fare tempo fa ma di cui alla fine non si è fatto niente, è rimasto in sospeso in attesa di tempi migliori: il tutto prendeva spunto da un libro uscito qualche anno fa di Marco Philopat intitolato " La banda Bellini ", se hai letto il libro è più facile spiegarti cosa intendo, se non l'hai letto procuratelo perchè sono sicuro che ti piacerebbe moltissimo.
In breve: la banda Bellini era un gruppo di ragazzi del quartiere Casoretto di Milano, periferia proletaria, che sono stati attivi dalla fine degli anni 60 fino alla fine dei 70 come servizio d'ordine dei cortei dell'estrema sinistra milanese.
Il libro è stato scritto con un metodo molto semplice, e cioè Philopat registrava le sue conversazioni con Andrea Bellini, leggendario membro dell'Autonomia milanese nonchè tra i leader del gruppo del Casoretto, dove quest'ultimo raccontava i suoi trascorsi tra le barricate di piazza, le bombe di stato, le occupazioni universitarie e tutto il marasma che si muoveva a Milano in quel periodo.
Dopo aver registrato tutta la narrazione di Bellini Philopat ha riprodotto la stesura definitiva in forma romanzata, da cui veniva fuori, attraverso le vicende della banda Bellini, tutto il contesto storico sociale e politico della Milano di quegli anni.
Per avere un idea più esaustiva della mia carente descrizione ti rimando a questo sito che sicuramente spiega meglio: http://www.shake.it/bellini.html

L'idea all'epoca, circa un paio di anni fa, era di fare un lavoro simile però prendendo spunto dagli anni 70 nuoresi, che pure sono stati tumultuosi, significativi e ricchi di eventi, partendo dai racconti ( che più volte mi sono trovato ad ascoltare morbosamente ) dei protagonisti di quegli anni ( alcuni dei quali tra l'altro li conosci molto bene ) e sviluppando una narrazione a più voci ( rigorosamente in forma anonima o semi-anonima per motivi di opportunità ) e infine traducendo il tutto in forma di romanzo. Ne avevo discusso con un po di persone, alcune delle quali a me molto care e vicine, e c'era stata una mezza disponibilità che però purtroppo non ha avuto nessun seguito per incapacità, più da parte mia credo, di organizzarsi a dovere.

Naturalmente dovendo affrontare un discorso di questo tipo non è indispensabile fare riferimento per forza alla mitologia barricadera degli anni 70, quella è un idea mia del periodo che probabilmente riprenderò più avanti o di cui non si farà niente, chissà.

Parliamone se ti va, quando ti va.

3:25 AM

 
Blogger azzazzel said...

La mia mail è kodadilupo@hotmail.it

3:28 AM

 
Blogger dariedda said...

mi piacerebbe contribuire alla raccolta del materiale in forma audio cosi' poi se ne potrebbe ricavare parallelamente allo scritto anche un bel radiodocumentario...

6:04 AM

 
Blogger dariedda said...

se sei\siete d'accordo ovviamente...

6:07 AM

 
Blogger azzazzel said...

Chiaro :-)

9:19 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Se non mi ricordo male, sono collegate a progetti del tipo di cui sopra e alla scrittura collettiva in generale
le avanguardie degli inizi degli anni 60, tra cui il rinomato Gruppo 63 !?!
Un matto.

9:38 AM

 
Blogger azzazzel said...

Non vorrei sbagliarmi ma il gruppo 63, di cui ricordo tra i componenti solo Nanni Balestrini, era una cosa un po diversa rispetto ai collettivi di scrittura ai quali ho accennato:
era un gruppo di intellettuali, perlopiù scrittori e poeti, che si proponeva come neoavanguardia politicizzata ( in chiave marxista ) in cui ognuno agiva e produceva individualmente, secondo una traccia comune, ma attraverso il lavoro individuale di ognuno dei membri. E' anche possibile che abbiano prodotto opere scritte a più mani ma non ne sono a conoscenza, così su due piedi mi sentirei di escluderlo.

10:15 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Si, mi sa che hai ragione, mi sono riletto le origini e i fini del gruppo (oltre a Nanni Balestrini, Filippini e Riva tra gli originari propositori) e mi trovo d'accordo sulla differenza, rispetto alla scrittura collettiva, che hai citato.
Anche se comunque trovo delle forti affinità tra lo scrivere a più mani un'opera intera, suddividendo la responsabilità dei vari capitoli e agire individualmente, secondo una traccia comune, portando a compimento più opere.
Non dimenticando che gli autori del gruppo 63 erano capaci di usare più linguaggi simultaneamente, molto eclettici, dediti all'aggiornamento continuo e fiduciosi nel confronto: leggevano pubblicamente i loro lavori, accettavano i risvolti della critica più feroce, si autodemolivano.
Fattori, penso, imprescindibili anche nella scrittura collettiva.
Un matto.

2:36 PM

 
Blogger azzazzel said...

Si sono d'accordo sulle affinità che noti tra le due cose. Cambiano sostanzialmente le dinamiche creative e sopratutto il contesto storico politico in cui i due progetti si sono sviluppati: laddove il gruppo 63 era senz'altro molto attivo nello scontro politico che caratterizzava l'Italia dell'epoca ( a questo proposito fu un autentica bibbia delle lotte operaie il libro di Balestrini " Vogliamo tutto ", e in seguito " Gli Invisibili " ) i nuovi collettivi sono molto più incentrati su un discorso prettamente letterario, pur non tralasciando un significativo impegno politico in favore di alcune importanti questioni dei giorni nostri ( vedi gli scritti di Wu Ming su Cesare Battisti o sull'omologazione mediatica dell'uomo moderno ).

3:42 PM

 
Anonymous Anonymous said...

“Siamo gli autonomi, siamo i più duri,
Coi guanti neri, gli occhiali scuri.
Siam l’ala dura del movimento,
Facciam paura, facciam spavento.

Noi siamo altissimi,
Siamo bellissimi,
Siamo durissimi,
Siam cattivissimi.”

8:01 AM

 
Blogger azzazzel said...

Il blog più osceno dell'intera rete, fondato e gestito dal personaggio più osceno dell'intero panorama politico italiano: www.paologuzzanti.it

Mai letto niente che istighi alla violenza quanto i commenti contenuti in quello spazio. Non esiste confronto democratico, con questa gente non serve parlare.

Continuo a chiedermi come da un Paolo Guzzanti possano venir fuori un Corrado, una Sabina e la guzzantina piccola di cui mi sfugge il nome, mai come in questo caso il vecchio detto " Tale padre tale figlio " viene pienamente smentito.
A proposito, qualcuno ha visto " Fascisti su Marte " ?

8:09 AM

 
Blogger janamala said...

ioooo

8:36 AM

 
Blogger janamala said...

This comment has been removed by the author.

9:02 AM

 
Blogger janamala said...

ma volevo dire..ma parole e post vari di sdegno sugli incidenti che ci sono stati ieri a roma con i tifosi inglesi massacrati dalla polizia...a questo giro no eh?com'era la storia...dei poveri poliziotti che fanno il loro dovere e chiedono allo stato di proteggerli perchè mischineddi loro sono SEMPRE sotto attacco di violenti facinorosi?Ma a me mi sa che la storia di Raciti,come tutte le storie accadute in passato,in cui nelle guerre che scatenano ci muore un poliziotto, la usano come copertina di linus perchè così dopo fanno un pò come cazzo gli pare e menano ancora di più,e non solo non si prendono provvedimenti contro la loro leggitima e leggitimata violenza,ma gli danno anche delle gran pacche sulle spalle.w l'ipocrisia!!
P.S. pare, che il Raciti sia morto perchè investito da un discovery della polizia..quindi il morto se lo sarebbero fatto loro..però rimarrà un martire,mentre carlo giuliani che ha fatto la stessa fine rimarrà un delinquente.amen.

9:12 AM

 
Blogger azzazzel said...

Basta rincorrere....

Bisogna saper essere razzisti e impietosi, cattivi nel vero senso della parola, almeno quanto si riesce a essere buoni. Imparare il disprezzo senza vergognarsene, senza sforzarsi di celarlo dietro la facciata della finta correttezza, di un volemose bene posticcio e artefatto. Bisogna avere il coraggio delle proprie verità sempre, anche al cospetto di una massa che spinge in direzione ostinata e contraria, anzi sopratutto quando la propria verità si distingue dal gregge. Bisogna avere il coraggio della solitudine, evitare di seguire verità di comodo per la paura di trovarsi soli. Bisogna imparare la stima per i nemici che la meritano e l'obiettività di giudizio nei confronti degli amici vicini, senza sconti. Bisogna saper essere sprezzanti quando la situazione lo richiede. Non preoccuparsi di piacere per forza, di essere ritenuti simpatici, simpatici a chi? " Quello è simpatico "...ma che cazzo vuol dire?
Bisogna sviluppare allergia all'esigenza di conformarsi senza necessariamente inseguire l'anticonformismo ad ogni costo, anche quella è finzione.
Bisogna imparare la nobiltà dell'odio senza il minimo pudore.
Bisogna essere coraggiosi.

9:13 AM

 
Blogger azzazzel said...

Domani sera al Trittico Ironico mostra fotografica della mia fidanzata!

9:21 AM

 
Blogger azzazzel said...

Quello che è successo ieri sera all'Olimpico durante Roma-Manchester è vergognoso. Ho visto tifosi inermi che venivano pestati, manganellati dalla sbirraglia in assetto squadrista. E più chiedevano, imploravano, di smettere e più venivano picchiati.
Vergognoso! Nè più e nè meno della morte di Raciti!

12:40 PM

 
Blogger azzazzel said...

...e aspetto qualcuno che mi dica che stavano facendo il proprio mestiere...

12:43 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Penso che il consuetudinario comportamento tenuto dai tifosi inglesi negli stadi al di fuori della terra natìa sia anche un retaggio della loro storia coloniale.
Disciplinati, ligi ai regolamenti, repressi in patria, tracotanti, facinorosi, chiassosi e onnipotenti in trasferta.
Atteggiamenti tipici di tutte le etnie e nazioni segnate da un passato del genere.
Quindi se per una volta hanno preso delle botte, anche se razionalmente ingiuste (sempre che effettivamente siano innocenti) non mi dolgo bensì mi rallegro.
Un matto.

2:57 PM

 
Blogger janamala said...

bravo bravo.complimentoni.

3:37 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Sig. Matto, passi pure che ti rallegri a vedere delle persone inermi prendere colpi dalla polizia (queste sono inclinazioni personali che se coltivate con impegno, potrebbero portarti a provare anche dei piaceri forti), ma il paragone, questo filo trasparente ed invisibile che vedi solo tu con degli occhiali speciali, tra storia coloniale e violenza dei tifosi inglesi fuori dai confini britannici non reggerebbe neanche il tempo di una birretta fresca!

12:15 AM

 
Blogger dariedda said...

si quello che è successo a roma fa veramente cacare e si spiega perchè siamo ancora sempre allo stesso punto.
non vedo perchè la polizia avrebbe dovuto difendere gli ultrà romanisti da quelli del manchester, come se fossero pecorelle dolci e gentili.
Resta il fatto che picchiare senza motivo è una dimostrazione di squallore umano ma non solo, in questo modo si dimostra quanto le forze dell'ordine non abbiamo proprio il polso della situazione stadi.
tuttavia secondo me i due fatti di roma e catania sono abbastanza diversi. là c'era una guerriglia urbana assurda, a roma no.

3:06 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Caro ogm, non c'è bisogno di occhiali speciali, per lo meno se non hai una sorta di miopia rara e malefica, genetica.
La birra fresca bevila pure alla mia salute.

3:38 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Gli sbirri italiani che picchiano gli Inglesi, con il cuore e con la mente al 1943!
Camerati, l'italico manganello ha colpito le britanniche ossa dei posteri di Churchill!

3:39 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Beviamocela insieme questa birretta, però solo se ammetti che gli occhiali li hai comprati su Lancio Story!

3:41 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Il tifo Inglese non mi sembra tanto diverso da quello Italiano, Greco, Ungherese o Francese. E spesso non riguarda solo il calcio, ma sempre più spesso anche basket e pallavolo. Caro matto, non volevo offenderti, volevo semplicemente dire che, SECONDO ME, il parallelo tra storia e violenza non regge. E' esclusivamente una questione di codici di comportamento.
Salute!

3:49 AM

 
Blogger Betta said...

Dai, voi non capite.
Dopo le misure restrittive agli stadi gli sbirri, poverini, avevano accumulato un sacco di rabbia e dovevano pur sfogarla in qualche modo, no?
Comunque sui giornali inglesi ci "abbiamo" fatto una splendida figurona.

3:59 AM

 
Anonymous Anonymous said...

ogni tanto mi piacerebbe leggere qualche commento sciovinista.
Se non altro ricordo che anche noi abbiamo un ministro dell'interno responsabile per le eventuali figure di merda citate. A Blair e Bush non è andata giù la mossa di D'Alema nello scambio talebani-giornalista. Questa sommossa è stata pensata per screditarci davanti all'opinione pubblica internazionale..
Camminiamo a testa alta, i poliziotti italiani non sono carnefici e i tifosi inglesi non sono in odore di santità.
Ipotesi avveniristica,lo so, ma abbiamo assistito a buffale peggiori..

4:29 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Caro ogm,
Camerati/a de che?
Cosa stai bofonchiando?
Non trovi differenze tra il tifo italiano e quello inglese?
Dio ti perdoni e immediatamente dopo ti fulmini.
Sai che in Inghilterra hanno sgominato il tifo organizzato?
In altre parole, più povere, sai che non esistono (per lo meno difficilmente) le curve, gli ultras?
In casa loro, mentre all'esterno violenza e Hooligans..
Stessa differenza che storicamente è esistita, non in valore assoluto, tra la politica interna e la politica estera delle grosse potenze coloniali ed imperialistiche.
Ma forse sto perdendo tempo.

6:45 AM

 
Blogger phoenietzsche said...

Perché no!?

7:47 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Innanzitutto il tempo, e non solo, ce lo perdo io a stare dietro alle tue generalizzazioni.
Secondo, a me non risulta che il tifo inglese sia stato debellato: hanno solo reso più difficile il contatto all'interno dello stadio, ma ell'esterno ci si scontra ugualmente. Se vai su Youtube, ti fai due risate.
Terzo, se non capisci l'ironia, mi dispiace; è un sistema comunicativo che si impara da piccoli, credo che tu sia un pò in ritardo.
Quarto, mi da fastidio non sapere chi tu sia e supporre che ti conosca e che mi stia facendo impazientire a posta.
Quinto, bravo.

8:01 AM

 
Blogger azzazzel said...

...ragà devo confessarvi un segreto: io sono l'Uomo ragno!
Davvero eh...non l'ho mai detto a nessuno per non farmi pubblicità e poi perchè come nella miglior tradizione dei supereroi non si deve mai svelare la vera identità, però è arrivato il momento ormai che il mondo sappia...l'ho detto anche alla mia morosa che non vede l'ora di raccontarlo alle amiche...
Sono stato morso da un ragno radioattivo un sacco di tempo fa e da allora ho questi poteri speciali....ah, e poi mia mamma sa fare anche le uova alla coque...

8:27 AM

 
Blogger dariedda said...

che poi alla fin fine sono tutte chiacchiere, no? dico questa cosa di poliziotti, ultrà, ultrà, poliziotti. guardie e ladri.
Mai sentito parlare dell'esperimento di milgram?
o di quello ben più famoso della prigione di stanford da cui trassero il claustrofobico Das Experiment?
semplificando, l'uomo che si trovi a ricoprire un ruolo, che sia guardia o ladro, vittima o carnefice, aderisce perfettamente a quel ruolo, andando spesso contro la sua stessa coscienza o la presunta consapevolezza del proprio essere e dei propri principi guida. L'uomo è fatto spesso dalla situazione in cui si trova. Per questo l'ultrà fa l'ultrà e il poliziotto fa il poliziotto.
Chissà cosa verrebe fuori se anche noi fossimo sottoposti a un esperimento milgram.

9:28 AM

 
Blogger dariedda said...

verreBBe, mannaggia!

9:30 AM

 
Blogger azzazzel said...

Si Daria è vero anche questo ed è una considerazione particolarmente acuta secondo me.
Siamo tutti imprigionati in ruoli che spesso e volentieri neanche abbiamo scelto di interpretare.
Non resta che stravolgere i vari copioni a questo punto :-)

11:26 AM

 
Anonymous Anonymous said...

cazzo che sbornia......
chi è che vuol scoparmi onestamente?

5:33 PM

 
Blogger azzazzel said...

...scherzavo, ero solo molto sbronzo...tanto sbronzo che stamattina mi sono svegliato, poco fa poi, che sono ancora sbronzo...ma si può campare così?!

mmmh...Ennio Morricone di mattina presto....acqua..acqua a garganelle...pane per assorbire l'alcool...giornata di sole, organizzarsi....la fastidiosa sensazione di non ricordare un buon 70% dei dialoghi avuti ieri sera...esistenzialismi da bar...la mostra di Elisa è andata bene, sono orgoglioso...aria conviviale a dir poco, delirio in ascesa...uno mi ha detto che ha letto Vollmann, lo stimo solo per questo...sempre quell'uno mi ha detto un sacco di cose intelligenti...dieci minuti di cose intelligenti una dietro l'altra...capita mica spesso....ci sono persone che è un vero piacere vedere...ho inanellato una serie di gaffes alcoliche degne del peggior fanfarone...quello che devo fare....memorie che ricoprono i frammenti di un epoca...amo tutti...sono affezionato a questa razza umana, le voglio bene, se lo merita....

3:39 AM

 

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