6/8/07

Compagni vs Camerati



La vignetta di Vauro è carina, ma l'ho postata più che altro per rinnovare la pagina, per togliere l'immagine della Coca-sale che effettivamente, come sostiene amica Daria, fa venire sete ogni volta che la si guarda, sempre che qualcuno di voi non rientri nella categoria " consumatori di Coca " e in questo caso le voglie stimolate dalla foto sono ben altre, aivoi, e infine per tornare un attimo sull'attualità, che politicamente parlando è rappresentata dall'imminente visita di Giorgio W. Bush in quel di Roma. Me mica mi interessa granchè parlare della visita di Bush a Roma, se passa o no a Trastevere o se ci saranno quei buontemponi del Blocco Nero ad attenderlo, non potrei aggiungere niente a quello che hanno riportato i giornali in questi giorni a proposito della vicenda, e, a ben vedere, non è neanche così importante. Più che altro è l'ennesima occasione per la politica italiana e per i suoi protagonisti a vario titolo di recitare un copione che è sempre lo stesso da diversi decenni a questa parte, lungi dal voler essere qualunquista ma mentirei se dicessi di essere particolarmente interessato al gioco delle parti della politica italiana, sopratutto sul fronte istituzionale.

In questo periodo sono sicuramente più interessato alla Lesmaniosi canina e alle possibili cure ( avrei dovuto fare veterinaria altrochè ), a Louis Ferdinand Celine, fassista, e al suo " Rigodon " da poco ristampato, e, per tornare alla politica, allo scontro blogghistico tra i virgulti della nuova ( ? ) destra e i compagnetti attivi nei meandri della rete: a questo proposito è da un po di tempo che leggo, come mai mi era capitato di fare prima più per partito preso che altro, varie pubblicazioni dell'estrema destra italiana sia in rete che su cartaceo, proprio qualche giorno fa ho finito di leggere un libro di tale Gabriele Marconi, " Io non scordo " sull'estrema destra romana della fine degli anni 70 inizio anni 80, in particolare sul gruppo di " Terza Posizione ", ragazzi dai venti ai trent'anni che all'epoca si massacravano di botte un giorno si e l'altro pure nelle strade della capitale con i compagni dell'Autonomia romana, diciamo che più spesso ne prendevano, di botte intendo, non foss'altro per una sproporzione numerica in favore dei compagni, ma bisogna ammettere che nonostante tutto tenevano il campo, gente abituata agli scontri di piazza, " picchiatori " fascisti si diceva allora, animali da palestra, infarciti di mitologie guerriere e, per quanto numericamente inferiori ( oltre che antropologicamente, ma questa è una mia deduzione sicuramente faziosa, e ogni tanto è bene esserlo, faziosi ), pericolosi se si aveva la sfortuna di incontrarli voi in solitaria e loro in branco. Tipico dei fascisti: loro li chiamavano " i filtri ": e cioè la tattica consisteva nel passare in gruppo in quelle zone dove sapevano che era probabile incontrare dei compagni da soli o in piccoli gruppi e pestarli fino a lasciarli sul selciato impossibilitati a rialzarsi con le proprie gambe...carini vero? Normalmente in questi casi partiva la rappresaglia organizzata dai compagni che, nella migliore delle ipotesi, finiva con un altro pestaggio sullo stile della precedente aggressione fassista, nella peggiore si dava direttamente la parola alle armi. A questo punto immancabilmente partiva la ri-rappresaglia di stampo fascista e così si andava avanti di questo passo tra agguati e vendette in un avvitamento pressochè senza fine, anzi, è andata avanti così per anni e anni, pensate a cos'era Roma ( ma anche Milano nelle strade che vanno da San Babila alla Statale, i famosi " coppini " contro i fascisti inventati con grande successo e grande seguito dalla Banda Bellini, l' On Ignazio La Russa, ex fassista sanbabilino ne sa qualcosa ) in quegli anni...probabilmente neanche Belfast...il che è tutto dire. E anche Nuoro nel suo piccolo ha avuto la sua stagione di scontri e pestaggi violenti tra compagni e camerati, questi ultimi stazionavano normalmente nel bar di via Gramsci di fronte alla scuola media n° 1, i compagni invece stavano al corso esattamente di fronte al banco di Sardegna, ci andavo spesso nonostante la mia giovane età, quattro-cinque anni appena, ci finivo con mio zio che nell'intera vicenda aveva un ruolo sicuramente non di secondo piano, ero una sorta di mascotte per le compagne che rubavano per me i soldatini degli indiani dall'Upim...bei tempi, ho una memoria fotografica abbastanza nitida di quei momenti e sono contento di essermi trovato in tenera età a respirare quell'atmosfera, per quanto assolutamente privo degli strumenti per capire anche lontanamente quello che mi girava intorno, e ci mancherebbe anche che a quell'età potessi capire il funzionamento di certe cose, a cinque anni, roba che adesso probabilmente avrei revisionato ampliandola la teoria della relatività di Einstein...

Comunque...ho divagato?...Si, ho divagato...capita, quando ci si siede davanti al focolare domestico in preda ai ricordi...i miei trentatre anni inizio a sentirmeli tutti....in realtà tutto stò preambolo serviva, in teoria, solo per arrivare al punto focale della discussione nel confronto storico tra compagni e camerati, e ci tengo a precisare che, nonostante la prospettiva storica, questo confronto è più che mai attuale, certo non nei termini in cui poteva esserlo trent'anni fa, tuttavia l'Italia è ancora oggi caratterizzata dalla divisione politica tra queste due controparti. Leggendo alcuni manifesti teorico-ideologici dell'estrema destra mi sono reso conto che molte delle rivendicazioni, delle analisi e delle interpretazioni che vi si trovano sono con buona approssimazione coincidenti con le analisi normalmente formulate dall'estrema sinistra a vari livelli, dirò di più, probabilmente sono più le cose in comune rispetto alle differenze e alle diversità, certo rimangono dei punti importanti e caratterizzanti in assoluto contrasto, marcatamente agli antipodi, ma provate ad esempio a leggere alcune elaborazioni teoriche sviluppate dai camerati di Casa Pound ( primo centro sociale di destra, si trova a Roma vicino stazione Termini ) e noterete subito che le diversità rispetto a un volantino del Leoncavallo, per fare un esempio, sono minori rispetto alle similitudini.
Che conclusioni trarne?
Liquidare il tutto con la facile teoria degli opposti estremismi che alla fine combaciano tra loro mi sembra fuorviante e non esatto, o quanto meno non sufficiente per spiegare il fenomeno, continuo a pensarci un po e ad analizzare gli scritti dei camerati e vedo se riesco a capire la dinamica del parallelismo tra due correnti opposte e nemiche, è una cosa interessante, sia in prospettiva storica e sia per capire l'attuale panorama politico italiano.

18 Comments:

Anonymous Anonymous said...

...sono un po monotono lo so...è che in linea di massima scrivo in base a quello che leggo, questo è un periodo in cui sono abbastanza orientato sulle pubblicazioni di destra ( Know your enemy direbbe Zack De la Rocha ) e sulla frequentazione dei blogs di destra ai quali spesso partecipo come controparte, va da se che anche il mio blog risente di quei confronti dialettici che avvengono altrove, posso supporre che a un buon numero di partecipanti l'argomento interessi poco oppure interessa ma trattato da una prospettiva diversa, più " istituzionale " e meno barricadera, se è così lo capisco, ma queste sono cose che a me interessano molto e ritengo utile trattarle pur in mancanza di un riscontro da parte di chi legge.

Az.

12:14 PM

 
Anonymous Anonymous said...

http://phoenietzsche.altervista.org/

11:56 PM

 
Blogger dariedda said...

a roma quelli di casa pound sono molto attivi e ti dirò, se non sai chi sono ti ci troveresti pure d'accordo spesso e volentieri. manifesti con grafica fatta sempre meglio, slogan per la casa e contro il lavoro precario...insomma è vero che spesso sono più i punti in comune che quelli distanti.
Però però sono sempre loro e una volta li ho incontrati saranno stati almeno 300 tutti insieme in metropolitana non nel treno ma nell'uscita. Cantavano il duce ritornerà, anticomunista per nascita o qualcosa del genere,
erano vestiti tutti uguali, e facevano molta molta paura

3:04 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Sempre su Chavez e la situazione del Venezuela copincollo l'ultimo, illuminante, articolo di Evangelisti su Carmilla:

Venezuela: chi manovra l' "opposizione studentesca democratica"? Ovvero, un autosputtanamento che rimarrà storico

Ricapitoliamo i fatti, già esposti in dettaglio qui e qui. Il 31 maggio scade la concessione dello Stato venezuelano al canale televisivo RCTV. Il governo del Venezuela decide di non rinnovarla, e di cedere le frequenze a una nuova tv non commerciale (“di strada” o “di quartiere”, la definiremmo in Italia).
Immediatamente, i corifei del neoliberalismo iniziano a starnazzare come galline. Si accusa il governo venezuelano, e in particolare il suo presidente Hugo Chávez, di avere chiuso un canale televisivo vicino all’opposizione, per motivi solo politici. Sarebbe la conferma che in Venezuela regna una dittatura.
Certo che i motivi erano politici. Nel corso del tentato colpo di Stato del 2002 RCTV aveva apertamente appoggiato i golpisti, ospitato nei propri studi loro riunioni, mandato propri tecnici a chiudere il canale 8, allora l’unica fonte di comunicazione televisiva in mano al governo.

Mettiamo che in Italia, al tempo dell’assassinio di Moro, una delle nostre tv private avesse detto che avevano fatto bene ad ammazzarlo. Per quanto tempo sarebbe rimasta nell’etere? Ma il Venezuela ha il torto di ribellarsi al Fondo Monetario Internazionale, alla Banca Mondiale, agli schemi del neoliberalismo. Fomenta, invece delle tanto lodate privatizzazioni, la ri-nazionalizzazione (dietro risarcimento, invero fin troppo generoso) delle industrie strategiche, prima di tutte di quella petrolifera, un tempo completamente in mano ai cartelli stranieri. I criteri di valutazione del grado di democrazia del Venezuela sono dunque differenti. Poco importa che vi si svolgano elezioni completamente libere, che vedono Chávez ogni volta riconfermato (per forza, dicono gli oppositori: ha fatto iscrivere nelle liste elettorali indios, poveri e altra gentaglia che, prima di lui, non risultavano nemmeno all’anagrafe). Sottraendosi alle leggi del mercato ipercapitalista, costui è per definizione un dittatore spietato. Ciò che non erano i suoi predecessori di destra, corrottissimi, macchiati del sangue di centinaia di dimostranti, pronti a cedere ai gringos le ricchezze del paese. Brava gente, per definizione.

La campagna pro RCTV è guidata, in Europa, dal quotidiano El País, ritenuto “di sinistra”. La Spagna è stata tra i paesi più colpiti dalla nazionalizzazione del petrolio venezuelano, che ha arricchito il Venezuela e tolto entrate quasi gratuite agli spagnoli. El País lo trova scandaloso. Visti i precedenti della Spagna in America Latina, viene alla mente il proverbio “Un bel tacer non fu mai scritto”. Traduzione: abbiate almeno il pudore di starvene zitti, vecchi genocidi. Sputare giudizi su un continente che avete saccheggiato non fa per voi.

Il buffo è che RCTV, di cui tutti denunciano la chiusura, non è mai stata “chiusa”. Non rinnovata la concessione della frequenza in analogico, è stata lasciata libera di trasmettere via cavo, via satellite o per Internet. Il gruppo che la controlla possiede molti altri media, da compagnie telefoniche a quotidiani. In pratica, RCTV ha avuto la stessa sorte che il centrosinistra italiano auspicava, in un programma disatteso (nessuno lo ricorda più), per Rete 4 e, quale par condicio, per Rai Tre. Ciò che in Italia è ammissibile, “normale”, in America Latina diventa un attentato alla democrazia. La prova provata di una dittatura amorale. Condoleeza Rice è angosciata dalla morte in analogico di RCTV. Forse rimpiange le telenovelas che si interromperanno (in analogico), o i telegiornali scandalistici con colonna sonora sul fondo delle notizie, per renderle più drammatiche. L’impressione è che non sappia nemmeno cosa sia RCTV, e in generale le televisioni assurde che, legate a canali nordamericani, trasmettono in America Latina. Si sa, Condoleeza è un maschiaccio. Ha dunque bicipiti e muso canino in America, e coglioni in Europa.

La prima estensione europea di Condoleeza si chiama Gian Antonio Stella, e scrive su Il Corriere della Sera. Del Venezuela, e della vicenda specifica, non sa una mazza, è chiaro. Tuttavia reputa opportuno occuparsi di RCTV, denunciarne in tono iracondo la “chiusura” (inesistente), chiamare Chávez “caudillo rosso” e “dittatore”. Copre di contumelie, senza la minima documentazione, un presidente legittimo accusandolo di crimini mai commessi, tipo una repressione “spietata” degli studenti oppositori di cui non c’è traccia negli archivi. A chi si oppone al verbo neoliberale pare lecito addossare di tutto. Si noti che Stella è meritoriamente duro verso certi potentati nazionali. Se si passa però a quelli internazionali, vale per lui il motto recato da una nota marca di carte da briscola. Flector nec frangor. Mi piego ma non mi rompo. Soprattutto, mi piego, e da neoliberale mi sento autorizzato ad attribuire al nemico colpe che non ha.

Peggio ancora fa – lo dico con rammarico – l’altre volte ottima Giovanna Botteri, sul TG3 delle 19, lo stesso giorno in cui Stella eruttava disquisizioni infondate sul Corriere. Adesso la Botteri, di cui tutti conoscono il coraggio, è corrispondente dagli Stati Uniti. Forse vittima delle tv nordamericane – Murdoch docet – combina assieme fine concessione per RCTV, assassinio in Russia di Anna Politovskaia e censure in Cina e Iran. Illustra il mix con immagini di Chávez in visita al presidente iraniano. La libertà di informazione è minacciata in tutto il mondo, ma, si direbbe dal servizio, soprattutto in Venezuela. Dove, peraltro, l’80 per cento delle fonti informative sono in mani private, e principalmente in quelle dell’opposizione antichavista. Che cosa può saperne la Botteri? Come nel caso di Stella, pare preciso dovere dei nostri giornalisti parlare senza raccogliere elementi. E, se poi ne vengono a conoscenza, guardarsi bene dallo smentire quanto affermato.

A Caracas scendono in strada, a difesa di RCTV, gli studenti delle università private. La manifestazione è autorizzata, ma si verificano atti di vandalismo e aggressioni a una polizia che non carica né manganella. Sono arrestati 180 dimostranti, quasi tutti rimessi in libertà il giorno dopo. E’ questa la repressione “feroce” denunciata da Stella. Naturalmente i media europei, su impulso di quelli nordamericani, enfatizzano la protesta “spontenea”, mentre tacciono delle dimostrazioni, ben più massicce, a sostegno della neonata “tv di strada”.

Il 7 giugno si verifica un fatto insolito, per una “dittatura”. L’Assemblea Nazionale venezuelana invita a esprimersi al suo cospetto tanto gli studenti oppositori che quelli pro-governativi. Parleranno alternandosi ed esponendo le ragioni sia di consenso che di dissenso. Il tutto sarà ripreso dalle tv nazionali, sia pubbliche che private. Sono i video riportati più sotto, pubblicati su YouTube. Purtroppo sono in spagnolo, durano a lungo e sono meglio visibili in banda larga. Peccato, perché li conclude un vero e proprio colpo di scena, che infligge alla “opposizione democratica” studentesca un colpo da cui, temo, stenterà a riprendersi.

Per chi non può vedere i video, cerco di riassumerli. Prima, però, ricordo a chi non l’abbia vista la puntata di Report andata in onda su Radio Rai Tre domenica scorsa, e in particolare il segmento Revolution.com (chi non l’abbia seguito lo trova qua). Vi si parlava delle agenzie statunitensi che mobilitano masse studentesche in paesi ostili agli Usa, dotandole di finanziamenti, volantini, gadgets vari, manuali di istruzioni, persino logos, fino a innescare un colpo di Stato “pacifico”. Tecnica già sperimentata con successo in Serbia, nella Georgia, in Ucraina, nel Kirghizistan, e in corso di sperimentazione in altri paesi dell’Est europeo.

Ma torno ai video venezuelani. Nel primo vediamo uno studente oppositore di Chávez, tale Douglas Barrios, venire accolto alla tribuna da un applauso amichevole e leggere un discorso piuttosto efficace. Le frasi, martellanti, sono di quelle che si imprimono nella memoria. Reclama la libertà dei telespettatori di vedere ciò che preferiscono, fosse anche una merda come RCTV. Si dichiara estraneo alla politica. Accusa Chávez di stare instaurando una dittatura. Con un gesto plateale si sfila la maglietta rossa che indossava (il simbolo degli chavisti), dicendo che non vuole uniformi. Afferma che lui e i suoi compagni si ritirano por ahora (una sottigliezza dialettica: por ahora era stato il motto di Chávez, dopo il fallito tentativo insurrezionale del 1992). Esce dall’aula imitato dagli altri contestatori.

A quel punto, la parola è agli studenti “bolivariani”, mentre gli assenti cui dovevano alternarsi sono chiamati inutilmente. Il tono è tutto diverso: parlano per lo più senza leggere, con impeto ed emotività. Bellissime le parole di Osly Hérnandez. Lei, che ha la pelle scura, e per di più il seno piccolo, non sarebbe mai potuta apparire su RCTV. Altrettanto efficace l’intervento di un’altra studentessa, Libertad Velasco. Conferma la confluenza, nel discorso chavista, di temi femministi, sociali ed ecologici. Si merita un abbraccio da parte di Iris Varela, la bellissima e leggendaria “pasionaria” di Chávez, nota a chiunque abbia visto il documentario La rivoluzione non sarà teletrasmessa.

Gli interventi si susseguono, fino a quello, conclusivo, del leader studentesco Héctor Rodríguez. Ed è qui che si produce il colpo di scena. L’oppositore “democratico” Douglas Barrios aveva dimenticato sul tavolo l’ultima pagina del suo intervento scritto. Rodríguez la legge ai deputati. Si tratta di una vera e propria sceneggiatura, in cui sono indicati persino i gesti (“togliere la maglietta”). C’è anche la firma di chi ha scritto il copione: la società pubblicitaria Arts Publicidad, vincolata agli Stati Uniti. Scoppiano risate e applausi.

Ma c’è di più. Rodríguez mostra la pagina web dell’opposizione studentesca “democratica”. Vi figura un logo, che rappresenta un pugno chiuso. E’ lo stesso logo, disegnato negli Stati Uniti, già visto in Serbia perché adottato dall’organizzazione Otpor, poi riapparso nel Kossovo, in Georgia, in Ucraina, nel Kirghizistan ecc. Un logo ormai ben noto a chi abbia visto la puntata di Report che sopra ho indicato. Formidabile il commento di Rodríguez. Hanno abbattuto Milosevič. «La differenza è che Chávez non è Milosevič.»

Naturalmente, le nostre Stelle del giornalismo non prenderanno mai visione dei filmati. Non sia mai che i sussiegosi opinionisti nostrani parlino con cognizione di causa. Ne andrebbe della loro deontologia professionale. Per fortuna, Carmilla è molto più letta di tanti quotidiani. Ecco dunque, finalmente, i video da vedere, per capire quale “opposizione democratica” ci sia in Venezuela. Con un bonus: gli interventi degli studenti fanno comprendere come il “Socialismo del XXI secolo” venezuelano, lungi dall’essere fenomeno “populista”, “bonapartista” o “comunista” (il riferimento a Cuba non significa assunzione della stessa ideologia), abbia fatto proprie tematiche fondanti della sinistra attuale (non del centrosinistra: vade retro! Anzi, vada a farsi fottere tout court): femminismo, ambientalismo, antimperialismo, autogestione, ecc. Argomenti squisitamente libertari. Non è un caso se in Messico, quando viene proclamato uno sciopero, è ancora consuetudine esporre una bandiera rosso-nera.

Az.

8:30 AM

 
Anonymous Anonymous said...

a proposito della leismaniosi canina (lo so, sono off topic) conosci quella clinica specializzata a Olbia???
se ti servono indirizzi o info maggiori fammi sapere...

11:20 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Paiola

Non conosco la clinica di Olbia, la sto curando con i consigli e l'assistenza di Graziano Di Meglio, le do delle pastiglie ogni giorno e le ho messo un collare particolare antiparassitario, tra l'altro non è neanche il mio cane, Kamù, è uno dei randagi che tengo a Pratosardo dove lavoro. Da quando è iniziata la terapia comunque è migliorata tantissimo. E' una pessima malattia, non guarisce mai definitivamente, Di Meglio dice che potrebbe morire tra sei mesi come tra sei anni, quindi la terapia serve in pratica per allungarle la vita e limitare il malessere, lei reagisce molto bene, essendo da sempre un randagio, e un meticcio tra l'altro, è più forte e resistente della media. Speriamo bene. E' nato da poco anche un cucciolo nuovo, ne ha fatto solo uno, una femminuccia bellissima, grossa, tutta bianca e con una macchia marrone su un occhietto.

Grazie stellina per la disponibilità, se vuoi venire a vedere il cucciolo nuovo con Elisa mi fa molto piacere, a presto.

Az.

12:08 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Anche io ho sempre trovato di particolare interesse i punti di incontro tra alcuni dettami dell'estrema destra e altri della sinistra.
Alla base di queste "assonanze" ci sono le radici socialiste, antiimperialiste e antiborghesi di entrambi i movimenti: a mio parere, mentre fino a 20/25 anni fà queste erano molto evidenti all'interno dei gruppi della sinistra (soprattutto extraparlamentare e in minima parte in qualche frangia interna al PCI) ora la cosiddetta destra sociale ne fa un suo cavallo di battaglia. Oltretutto, sarebbe ipocrita negarlo, i fasci hanno un forte seguito tra il proletariato e il sottoproletariato metropolitano: i loro accoliti riescono a far giungere il messaggio là dove noi non riusciamo più ad arrivare, dove la parola solidarietà non ha più alcun valore o meglio dove assume toni e sfumature diverse da quella di classe,dove ha delle basi legate al contesto, più individualistiche.
E di conseguenza fanno discorsi sulla casa, sul lavoro, contro la guerra, a volte puoi leggere anche proclami anticlericali.
Mi ricordo che da ragazzino mi chiedevo come i sorci potessero essere a favore della Palestina e come potessero appoggiare la causa Irlandese, stessi teatri di lotta che seguivo anche io... e poi ho capito! Non c'entravano la giustizia o la rivalsa dei più deboli, ma l'antisemitismo (da distinguere dall'antisionismo) e l'odio verso l'Inghilterra (protestante e, soprattutto, vincitrice della seconda guerra mondiale).
Poi loro sono fortemente nazionalisti, tradizionalisti, familisti, tutto il contrario di quello che dovremmo essere noi.
Ma agli occhi di molti loro sono dalla parte degli oppressi, noi invece siamo solo chiacchiere e tabù intellettuali. Ma in fin dei conti, tra di loro vige sempre la legge del più forte.

3:10 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Ggm

Sono d'accordo su quello che hai scritto, solo una precisazione: anche 20 anni fa alcune frange della destra estrema ( vedi Terza Posizione ) rivendicavano le stesse cose: anticapitalismo, solidarietà ai palestinesi, disprezzo per il padronato borghese e compagnia cantante. Riguardo all'appoggio di alcune realtà in lotta contro l'oppressione imperialista credo, come hai detto, che sia da ricondurre principalmente alla forte spinta nazionalista tipica dell'ideologia destroide.

Az.

3:43 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Quello che intendo dire è che il problema non riguarda il fatto che già da tempo loro trattino questi argomenti (nel 1944, durante la Repubblica Sociale Italiana si parlava addirittura di nazionalizzazione dell'Industria pesante e di redistribuzione degli utili), ma che noi non riusciamo a trasmetterle come in quegli anni.

4:48 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Dipende sopratutto, secondo me, dal fatto che la società è profondamente cambiata rispetto a quegli anni, poi è vero, c'è anche un problema di comunicazione.

Az.

4:50 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Giusto, è cambiata la società e questo comporta anche un mutamento nell'agire e nel pensare delle masse, nei modelli che scegliamo e ancor di più in quelli che ci vengono imposti.
Tornando all'attualità: Piazza del Popolo deserta (un migliaio di militanti dei partiti) e tutti quelli che fino a due anni fà si sarebbero accalcati ai piedi del palco dei Segretari, sono in giro, cani sciolti. La gente che ha sempre creduto nei movimenti, per un certo periodo ha voluto sperare che alcuni partiti della sinistra avrebbero potuto portare avanti le loro idee: ora si sono accorti che gli stessi partiti, volenti o nolenti, devono scendere a compromessi. E non è una grande scoperta, gli accomodamenti sono il pane e miele della politica.
Se una cosa è rimasta viva a distanza di 30 anni, oltre a qualche sporadica parola d'ordine,
è proprio la consapevolezza che il partito al governo è troppo impegnato a discutere degli ingranaggi per poter veramente capire come migliorare la macchina nel suo complesso.
Davanti ad argomenti come la guerra, l'ambiente, la giustizia sociale, l'antifascismo non ci si può accordare, non esiste una via di mezzo: bisogna scegliere lo zero o l'uno, il bianco o il nero.
A costo di risultare stupidi e testardi.

5:45 AM

 
Blogger GPZ said...

Ho preso una decisione. Non voterò più. Utilizzo la terza opzione: l'astensione.
Lo so..poi vince Berlusconi, poi non lamentarti. Ma vale la pena votare il meno peggio? Io penso di no.
Esprimo un dissenso con l'astensione e attendo una classe politica diversa, matura. Vicina al popolo e di sinistra. Per chi dovrei ri-votare? Per il Partito Democratico?
Se vincerà Berlsuconi poco importa. Tanto ha già vinto una volta e non abbiamo perso la libertà, non siamo diventati l'Argentina. Ben inteso che non tollero lui ne tutti i suoi discepoli, ma la delusione nel vedere il mio voto, e la mia fiducia buttata nel cesso è tanta.
Dopo anni sono sceso in piazza ad una manifestazione, quella contro Bush. Ero andato solo per fare delle foto. Mi sono sentito come a casa. Ho visto facce amiche e qualcuno che come me ancora ci crede. Crede che si possa cambiare.

2:14 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Sono d'accordo sull'astensione, l'ho praticata a lungo, anzi per dirla tutta ho votato solo tre o quattro volte in cui pensavo fosse fondamentale farlo...

Az

3:28 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Sempre così si dice, poi tra 2/3 anni vi vedo tutti e due in piazzetta del Popolo, seduti al tavolino del Bar Nuovo ad applaudire i compagni del Partito Democratico...
;)

2:27 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...:-)) eh scherzaci tu...io non la vedo così remota come possibilità...

Az

6:17 AM

 
Anonymous Anonymous said...

A proposito avete letto del prossimo G8 che si terrà nientepocodimenoche alla Maddalena?

Az

7:06 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Ho letto...lì organizzano una trappola per topi...

8:22 AM

 
Anonymous Anonymous said...

...beh speriamo che la parte dei topi la facciano loro...

Az

8:25 AM

 

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