2/14/06

Lo so che è San Valentino e ci vorrebbe qualcosa di soft,ma ho casualmente ripescato l'introduzione di un libro che all'epoca in cui l'ho letto mi era piaciuto molto,il libro è"C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo",di Efraim Medina Reyes,un quasi quarantenne colombiano.Questo pezzo è stato usato anche come introduzione a un articolo di un mio amico,Massimo Dasara,per il "Giornale di Confine"di Sassari.

[…]Uno si mette a scrivere perché non sa tirare di boxe e non ha fegato, perché ha i denti storti e non può sorridere come vorrebbe, perché per gli impotenti di ogni sorta non c'è altra strada, perché tutti i brutti sono scrittori o assassini e lui non è capace di far del male ad una mosca, perché scrivere lo fa sentire importante, perché per essere chiamati scrittori non c'è bisogno di scrivere bene e per essere chiamati figli di puttana fa lo stesso se si ha una madre che è una santa, perché ha paura di andare alla deriva senza far nulla, perché non può bere ogni sera, perché ama dio ma odia le associazioni senza scopo di lucro, perché non ha una ragazza, perché non ci sono emozioni ma insulti, perché a casa sua non c'è la televisione e la radio si è rotta, perché la moglie del vicino è un bonbon, perché ha paura di diventare calvo e per questo evita gli specchi. Uno si mette a scrivere perché non osa rapinare un supermercato, perché ama una donna e lei è la fidanzata del gallo del quartiere, perché non ci sono abbastanza riviste porno, perché vuol fare qualcos'altro oltre a cagare e masturbarsi, perché non è il gallo del quartiere e non è neanche il più forte o il più spiritoso, perché non è niente di niente, perché non vale un cazzo, perché se esce di casa lo fanno a pezzi, perché sua madre urla tutto il tempo, perché non ci sono illusioni né luce alla fine del tunnel, perché la sua mente vola basso e non sarà mai un altro Cioran, perché non ha il coraggio di saltare, perché non vuole la moglie brutta che si merita, perché ha paura di morire senza aver assaggiato un bel culetto, perché non ha padre né amici né fortuna, perché non sa sputare come Clint Eastwood, perché rimane impantanato tra un'intenzione e l'altra, perché c'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo.Il bello è che scrivere non serve a nulla di ciò che uno vuole. Scrivere è un limite, un dolore, un difetto in più. Il bello che dopo averlo fatto stai malissimo. Niente è cambiato, tutto rimane al suo posto (tranne i tuoi fottuti capelli), Pelè non torna in campo. Il brutto è che scrivi e Pambelè va al tappeto steso da un gringo, un gringo maledetto che è stato dentro per aver picchiato sua madre. Il brutto è che Pambelè non è la madre del gringo e - per quanto tu scriva - rimane al tappeto. Il bello è che scrivi e continui a sognare la moglie del vicino, sogni di afferrarla per le orecchie e darle una bella ripassata. Il brutto è che scrivere non ti guarisce dagli impulsi assassini, che rapinare un supermercato rimane il tuo obiettivo impossibile. Il brutto è che desideri ancora un amore indimenticabile. Il bello è che scrivere è un altro modo di cagare e masturbarsi. Il brutto è che leggi grandi autori ma solo Bukowski ti rimane. Il brutto è che un giorno la ragazza carina viene a sapere che scrivi e lo stesso non si lascia scopare a morte. Il brutto e che scrivere serve a tutto quello che tu non vuoi.
"Ciao mamma."
"OH MIO DIO ,REP,hai le scarpe SPORCHE DI CACCA."
"non urlare,pulisco il pavimento."
"TOGLITI DI Lì,TORNA DA DOVE SEI VENUTO"
"va bene,mamma,non urlare."
"NON STO URLANDO."

Efraim Medina Reyes
C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo

12 Comments:

Blogger dariedda said...

"daria, brutta arpia" mi è piaciuto un sacco! veramente, lo dico.
Nessuna bambolina di cera Mil, ci mancherebbe. Ma non scarrellartene, comunque!

Il pezzo del signor Reyes è moltomolto bello.
Mi procurerò il libro.
Tò se non ti è capitato leggiti Politcs, ne ho messo un pezzo da me. Non raggiunge vette simili, ma è molto divertente e sottile.

3:19 PM

 
Blogger Betta said...

Mil dove te ne vai? Sei matto? Stai qui stai,che di gente caustica come te c'è sempre bisogno!

3:21 PM

 
Blogger AzzaZeL said...

Compare dov'è che andate?
Come vi permettete di dire che avete rovinato il post?
essù....dai...

6:38 PM

 
Blogger AzzaZeL said...

Certo Dariè lo leggo!Baci tanti!

6:39 PM

 
Blogger janamala said...

liberate l'amore o liberatevene per sempre.
amico,chi lo disse?

5:42 AM

 
Blogger AzzaZeL said...

Garibaldi?

8:52 AM

 
Blogger Betta said...

Inserito così su google,a una lettura veloce mi sembra dica di Zucchero,il cantante. Ma magari la riporta e non è sua. Di chi è Tizià?

9:33 AM

 
Blogger janamala said...

ess..gnurant!mankarigai nel fan club..è cim morrooooooo!almeno cosi dicono....

11:47 AM

 
Blogger Betta said...

Tizià ai tempi delle medie firmavano "by Jim" anche frasi tipo "nella pasta c'è il ragù,nel mio cuore ci sei tu".

12:56 PM

 
Blogger janamala said...

appunto.questa era in quel libro oescno scritto da un furbone che dichiarava di avere incontrato cim morro nell'80 o giù di lì,a parigi,il libro si kiamava vivo!il tipo si è fatto un botto di soldi,io nn gli ho mai creduto ma ci speravo,ke cim morro era vivo dico.cmq le poesie sedicenti di cim morro,erano karine ti dirò

1:06 PM

 
Blogger janamala said...

scusa la dislessia volevo scrivere osceno..aiutoooooooo

1:06 PM

 
Blogger AzzaZeL said...

L'ho letto quel libro,Paul Rotschil si chiamava il tipo,o qualcosa del genere.Mi ricordo solo che ero rimasto un po perplesso,difficile credergli,però alcune cose mi avevano suscitato più di un dubbio,le poesie ad esempio,ricordo che avevo pensato che fosse plausibile che le avesse scritte veramente Morrison...o forse all'epoca mi piaceva pensarlo chissà...

6:14 AM

 

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