Guillermo Habacuc Vargas tu sei un Bastardo!

Ripropongo un post che ho letto in un altro blog perchè ha dell'allucinante:
L’ “artista” Guillermo Habacuc Vargas ha organizzato una cruenta esposizione in un museo: un cane è legato ad una corda e gli è impedito di alimentarsi. In aggiunta, le mura che circondando l’animale sono ricoperte di scritte create utilizzando croccantini per cani. Inutile dire che il povero animale è deceduto poco tempo dopo l’inizio della mostra… Non riesco a capire come nessuno possa essere intervenuto per impedire questa tortura… Molte fotografie mostrano il pubblico intento a guardare la mostra, con free drink e stuzzichini fra le mani, fregandosene altamente della vita di questo animale. L’ “artista” si giustifica sottolineando che, siccome il cane è randagio, prima o poi sarebbe morto comunque…
Ora questo “artista” sta per rappresentare il proprio paese alla Biennal Central America Honduras 2008. Esiste una petizione online volta ad impedire che questo avvenga:
boicottiamo Guillermo Habacuc Vargas!
http://www.petitiononline.com/13031953/petition.html
19 Comments:
figlio di bip....emuliamolo...con lui legato però! il senso? trovatemi il senso artistico per favore.
8:18 AM
Dopo merda d'artista. Artista di merda
8:54 AM
ripensandoci, costui col suo orribile spettacolo ha fatto parlare di lui, ha shokkato (pare oramai una parola d'ordine nell'arte) quindi ha raggiunto il suo scopo, ora è noto, acclamato.
dobbiamo fare la cosa peggiore per un artista: dimenticarcelo, fare sì che cada nel dimenticatoio e che nessuno più gli offra spazi dove operare simili scempi.
9:37 AM
Brutto bastardo pezzo di merda, se fosse capitato a me gli avrei bortulato la mostra a sto coglione.
10:35 AM
no cazzo..me lo segno nel libretto nero, primo o poi lo stocco,ve lo prometto.
1:21 PM
bella comunque.700 mila firme.spero servano.cazzo ma se è artista lui è mille volte artista il mago otelma.
1:23 PM
ci sone le mostre e ci sono i mostri.
bobb
2:40 PM
noooooooo To questa è una tortura,sono appena arrivata e vedo questo,non ho parole ma lacrime,per lui è meglio che non scriva niente
giovanna
6:58 AM
al di là del gesto riprovevole, non capisco perchè si debbano raccogliere le firme affinché lui non vada alla biennale. in compenso, se vi può consolare, se avesse legato un uomo moltissimi animali se ne sarebbero fottuti, perchè gli animali non sanno scrivere. e allora? e allora cosa? boh.
6:34 PM
..in realtà il discorso, a volerlo fare, sarebbe un po più complesso della pur assolutamente legittima indignazione per la fine del cane, e andrebbe dritto dritto a parare su quello che comunemente si intende con il termine " Arte "...il tipo non è certo un cazzone qualsiasi il cui unico scopo era quello di suscitare uno shock negli spettatori, ne parlavo ieri con una mia cara amica che dalla comunicazione mediatica e artistica ci campa da anni e riflettevamo proprio su altri aspetti legati a questa vicenda e al significato dell' " opera ".
Senza dilungarmi oltre ( poi chissà, se sarà il caso tenterò di farlo, in questo momento non ho voglia ) dico solo che Vargas, l'artista, non ha certo fatto questa cosa con l'unico intento di stupire, meno che mai credo si possa parlare di sadismo gratuito nei confronti del cane, ripeto, le cose sono un po più complesse.
Az
2:14 AM
aspetta l'ha fatto per rendere nota l'indifferenza della gente?
o aspetta, ancora, per simboleggiare che se l'atto acquisisce una sorta di legittimazione esteriore (in questo caso opera d'artista) la gente ritiene quel medesimo atto legittimo e pertanto non interviente e se ne sta lì di fronte con gli stuzzichini in mano?koda spiegami son curiosa...
2:44 AM
si però mi torna in mente la mia obiezione: se uno lega un cane e lo fa morire, perchè gli si deve impedire di andare alla biennale?
e poi se si vuole ragionare sull'arte contemporanea vi consiglio il libro di bonami LO POTEVO FARE ANCHE IO,che sinceramente aiuta a capire che questa, comunque, è arte, nel senso contemporaneo del termine. la spiegazione dettagliata sarebbe troppo lunga, e evidenzierebbe soltanto che io preferisco i gatti.
4:20 AM
Negli anni della guerra del Vietnam il regista Peter Brook aveva messo su uno spettacolo di propaganda per invocare la fine di quella guerra atroce. Il Napalm sopratutto, i cui effetti terribili avevano devastato tanti corpi, anche di bambini, e li avevano bruciati vivi, era appunto il tema dello spettacolo di quella sera. Sulla scena si vedevano le foto ingrandite dei pochi sopravissuti ustionati fino all'osso, e la foto famosa della bambina che corre terrorizzata, la più temibile testimonianza a carico di quella guerra. Con il pathos richiesto dalla circostanza un attore avanzava verso il proscenio e descriveva agli spettatori seduti nel buio della platea quello che succedeva a un corpo quando il napalm fiammeggiante si attacca alla pelle come una gomma liquida e la fa friggere.
Il regista Peter Brook sapeva bene che, dopotutto, le parole sono parole, e i fatti le superano di gran lunga, anzi sono un altra cosa. Lui era l'erede di quell'Artaud che esigeva dal teatro non una finzione, ovvero una rappresentazione, ma un evento, un rito del sangue come quello dell'Eucarestia, dove si compie un sacrificio e si manifesta una vera presenza. Di tutto questo ne fece le spese una farfalla.
Avanzò dunque verso il proscenio l'attore che recitava il monologo sul napalm, l'attore teneva tra il pollice e l'indice una farfallina viva che agitava le ali, ma nessuno ci fece caso, finchè l'attore non la mostrò al pubblico col braccio teso, poi estrasse all'improvviso dalla tasca un accendino, e zac! in un istante la farfalla avvampò. Un mormorio di protesta subito si levò dal pubblico indignato in platea. L'attore si scusò per il suo atto, una piccola barbarie, disse. Ma ebbe buon gioco a far notare come lo stesso pubblico che si era indignato e aveva assistito con raccrapriccio alla sorte della farfalla bruciata viva, era rimasto fino a quel momento indifferente alla sorte dei vietnamiti bruciati dal napalm. L'effetto Artaud era stato raggiunto...
Ora..io non ho mai giustificato Vargas nè mai mi permetterei di farlo, altrimenti va da se che non avrei fatto questo post chiamandolo bastardo, però non è neanche possibile liquidare Vargas definendo il suo atto come semplice volontà si stupire, è riduttivo e semplicistico, non è così.
L'arte non è tenuta a essere morale e nessuno può pretendere che lo sia, l'arte è amorale per definizione, allo stesso modo lo spettatore dovrebbe evitare di essere un osservatore passivo.
L' " opera " di Vargas, che continuo a ritenere terribile e infame, non può essere altresì accusata di essere priva di senso. In questo scorcio di inizio millennio in cui l'immagine, il concetto, della morte è saturato dalla valanga mediatica che la presenta quotidianamente in tutte le salse, l'idea stessa di morte viene depotenziata, lo spettatore anestetizzato...basti pensare al fenomeno delle due torri...l'immagine è stata talmente abusata in tutte le sue varianti che ha progressivamente smarrito il suo reale significato, quello della morte di un paio di migliaia di persone.
Non so se sono riuscito a spiegare il mio punto di vista, mi auguro soltanto che nessuno pensi che la mia sia una giustificazione o una legittimazione della performance di Vargas, è solo un tentativo di comprensione delle intenzioni dell'artista, una lettura diversa dalla constatazione del semplice sadismo fine a se stesso. Amo i cani, e gli animali in genere, come pochi altri, forse li amo e li rispetto più di quanto non faccia con gli esseri umani, ma sono allo stesso tempo consapevole che non si può chiedere all'arte di essere morale.
Se sono riuscito a spiegare il concetto bene, altrimenti pazienza, ce ne faremo una ragione.
Az
4:38 AM
...ah...e badate bene...ho parlato di arte " Amorale " non " Immorale " , sono due cose molto diverse...
Az
4:51 AM
però trovo sbagliato invitare la gente a firmare una petizione assurda: cioè, 700mila persone hanno messo il loro nome per manifestare il proprio dissenso alla partecipazione di un'artista alla biennale? 700mila? poi dice che nel mondo c'è gente intelligente, ma vai vah. secondo me le firme si raccolgono per altri scopi; lui lo scopo di mostrare la crudeltà, comunque, l'ha raggiunto, è non è un'opera a farlo diventare acclamato. e ti dirò di più, il problema è che molte delle persone che hanno messo la loro stupida firma avrebbero messo un uomo al posto di un cane, ed è questa la cosa idiota, questo il paradosso reale sul valore della vita umana. 700mila firme, mio dio ma andate a riprendervi i nonni all'ospizio. stronzate.
5:42 AM
comunque ecco la sua spiegazione:
“Hello everyone. My name is Guillermo Habacuc Vargas. I am 50 years old and an artist. Recently, I have been critisized for my work titled “Eres lo que lees”, which features a dog named Nativity. The purpose of the work was not to cause any type of infliction on the poor, innocent creature, but rather to illustrate a point. In my home city of San Jose, Costa Rica, tens of thousands of stray dogs starve and die of illness each year in the streets and no one pays them a second thought. Now, if you publicly display one of these starving creatures, such as the case with Nativity, it creates a backlash that brings out a big of hypocrisy in all of us. Nativity was a very sick creature and would have died in the streets anyway.”
sensata, ragionevole, interessante.
5:46 AM
Si, tutto sommato sono d'accordo con quello che dici riguardo alla raccolta firme.
Az
5:53 AM
Ma sono d'accordo anche per un motivo molto semplice: l'artista stesso ha dichiarato che quella del cane è una performance unica e irripetibile, non farà morire un cane per ogni mostra ecco...per quanto comunque continuo ad anteporre la vita del singolo cane alla potenza espressiva dell'opera.
Az
5:57 AM
Dove si raccolgono le firme contro 'sto coglione e i coglioni che gli procurano anche lo spazio per compiere simili atrocità?
Lo ucciderei volentieri con le mie mani...
5:33 AM
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